Palermo e la criminalità, il prefetto: "L'Esercito? No, sappiamo cosa fare" - Live Sicilia

Palermo e la criminalità, il prefetto: “L’Esercito? No, sappiamo cosa fare”

Le parole di Mariani dopo l'omicidio di un 22enne in discoteca

PALERMO – “Trovo intollerabile il fatto che qualcuno vada in discoteca portando con se un’arma da fuoco e uccida un ragazzo: su questo fatto la parola, in questo momento, è in mano agli organi inquirenti che stanno lavorando efficacemente. Mi sento di dire che questo fenomeno, che per sintesi viene chiamato mala movida ma che riguarda aspetti di degrado urbano comune alle grandi città, non può essere gestito per intero e soltanto dalle forze di polizia ma bisogna creare le condizioni e le sinergie per tenerlo sotto controllo”. Lo ha detto il prefetto di Palermo, Massimo Mariani, incontrando i giornalisti, a un mese dal suo insediamento e all’indomani dell’omicidio di Rosolino Celesia, il 22enne ucciso a colpi di pistola in città.

“Siamo sicuramente di fronte – ha proseguito – a violazioni ripetute delle regole del vivere civile. Il gravissimo fatto di sangue di ieri ne è il culmine: droga e risse tra gruppi di giovani destano un forte allarme. Per questo, chiarito che noi proseguiremo nel compito che ci è stato assegnato, intendo intensificare gli incontri e con il contributo di tutti, cittadini, forze dell’ordine, commercianti, lavorare per migliorare la vivibilità della città. Dobbiamo fare sistema, estendendo i sistemi di sicurezza anche ad altri coinvolgendo tutte le categorie interessate, incrementando l’utilizzo dei sistemi di sorveglianza e proseguendo i servizi ad alto impatto nelle zone nevralgiche della movida”.

“Abbiamo ottime forze di polizia, di cui ho potuto apprezzare l’alta professionalità. Non voglio fare proclami trionfalistici, sappiamo cosa c’è da fare e mi rifiuto di credere che la sicurezza della città debba essere affidata alle forze armate. A Palermo l’Esercito venne dopo episodi terrificanti che hanno segnato la storia del nostro Paese. Le forze dello Stato hanno dimostrato di saper reagire. Siamo al lavoro e io non sono uno che molla l’osso facilmente. Lavoreremo per incentivare e migliorare il livello di sicurezza in città. Sappiamo quello che c’è da fare. L’incontro di ieri – ha continuato Mariani – è servito per guardarci in faccia tutti e mettere in atto le misure di massima che servono adesso: questi fenomeni non vanno sottovalutati, ma toccherà all’autorità giudiziaria valutare determinati scenari. Siamo in presenza di un fenomeno che in realtà è anche espressione di un disagio giovanile che – ha detto – trova sfogo in risse, schiamazzi e atti di vandalismo. Quando un adolescente viene sottratto alla scuola gli effetti si notano presto: aveva ragione Popper quando sottolineava gli effetti negativi dei mezzi di comunicazione sui giovani. Per la gestione dei minori abbiamo a disposizione uno strumento importante come il decreto Caivano”.


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