21 Gennaio 2015, 08:30
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PALERMO – Un girone di andata a doppia velocità per il Palermo, che per i primi due mesi di campionato ha vissuto sicuramente il periodo più critico dell’intero anno solare, mentre dall’inizio di novembre in poi ha raccolto solo punti, bel gioco e tante soddisfazioni, sia in casa che in trasferta. Una sola sconfitta nelle ultime undici uscite per la banda-Iachini, con un punteggio complessivo di 26 punti che tiene i rosanero nettamente al di sopra della quota-salvezza e consentono al Palermo di poter iniziare già da adesso il countdown verso l’agognata soglia dei 40 punti, che concede più di un motivo per nutrire almeno l’ambizione di affrontare almeno un’altra stagione nella massima serie. E andando ad analizzare le precedenti dieci annate dell’era Zamparini in cui i rosanero hanno calcato il palcoscenico della serie A, notiamo che i 26 punti raccolti finora da Dybala e compagni rappresentano un elemento di continuità con la maggior parte delle stagioni precedenti, in cui il bottino al giro di boa è stato simile, o in un paio di casi di gran lunga superiore.
Ci riferiamo nello specifico alla stagione 2009/2010 e soprattutto al 2006/2007, le uniche due in cui il Palermo ha raggiunto, o addirittura sfondato il muro dei 30 punti dopo la prima metà di campionato. Assolutamente straordinario il girone di andata per il Palermo del Guidolin-bis che, sicuramente favorito dalle vicende della pazza estate di Calciopoli, riuscì a ottenere ben 38 punti nelle prime 19 giornate, chiudendo la prima metà di campionato dietro solo all’accoppiata composta da Inter e Roma, e nutrendo più che legittime ambizioni da Champions. La storia, però, è stata diversa: l’infortunio di Amauri, l’involuzione nel gioco, la crisi in primavera e la discesa fino al quinto posto. Cinque anni fa, la squadra che era da poco passata sotto la sapiente guida di Delio Rossi si era affacciata al girone di ritorno con 30 punti in classifica, con una classifica che si era andata facendo via via più interessante per la squadra guidata in campo dal duo Miccoli-Cavani, e con un certo Javier Pastore che si stava facendo strada nel football dei grandi.
Un anno dopo, con la delusione della Champions sfiorata e le partenze di Kjaer e Cavani, il Palermo di Rossi non ebbe cedimenti, e riuscì a concludere il girone di andata con ben 31 punti all’attivo, figli anche del rientro a pieno regime di Miccoli, dell’intesa raggiunta da un Pastore dominante e un Ilicic in ascesa, e infine grazie ad alcuni risultati strepitosi, come le vittorie sui campi di Juventus e Fiorentina e quelle casalinghe ottenute contro la Roma e nel derby contro il Catania. Il tutto dopo che le prime tre giornate avevano portato un solo punto ai rosanero e avevano fatto storcere diversi nasi.
Tornando all’analisi del ruolino di marcia del Palermo 2014/2015 rispetto al recente passato, possiamo dire che la stagione in corso sembra ripercorrere in particolare un paio di annate, ovvero la 2004/05 (la prima in A dell’era Zamparini) e la 2008/09. Nel primo caso, Francesco Guidolin portò la formazione rosanero ampiamente nella parte sinistra della classifica, sorprendendo tutti per gioco e solidità e chiudendo il girone di andata a quota 27 punti: tante analogie con questa stagione, come ad esempio lo status di neopromossa con cui il Palermo si è affacciato al campionato oppure la fase critica vissuta ad inizio stagione, quando Toni e compagni persero in casa di Lecce e Livorno e ottennero striminziti pareggi contro Parma e Messina. Anche nell’annata che vide Stefano Colantuono in sella per la gara persa a Udine e Davide Ballardini che lo sostituì a partire dalla gara vinta contro la Roma al “Barbera”: una squadra capace di grandi imprese, come la vittoria all’Olimpico contro la Juventus e per l’appunto quella contro i giallorossi di Spalletti, e al tempo stesso di perdere punti pesanti in trasferta, come avvenne a Cagliari, a Torino contro i granata e nel derby del “Massimino” contro il Catania.
L’unico dato decisamente negativo al termine del girone d’andata è quello della stagione che portò alla retrocessione. Nel 2012/2013 la prima vittoria arrivò solo alla sesta giornata, con il 4-1 al Chievo firmato soprattutto da Miccoli; poi una sola vera soddisfazione, ovvero la vittoria casalinga nel derby e tante occasioni sprecate in zona Cesarini per portare a casa dei punti importanti per evitare di mantenere un piazzamento nei bassifondi della classifica. Al giro di boa i punti furono 15, due in meno rispetto ai 17 ottenuti al ritorno in una vana rincorsa tentata nel finale di stagione, ma avrebbero potuti essere molti di più se si considerano proprio i tanti vantaggi vanificati nei minuti finali (il pensiero va alle gare contro Cagliari, Udinese, Genoa e Milan).
Un risultato, ottenuto da Iachini e i suoi ragazzi, che conferma la tradizione del Palermo nei gironi di andata. Ovviamente si tratta di un traguardo parziale, ma se consideriamo il valore della rosa a disposizione del tecnico marchigiano e quelle guidate, ad esempio, da Ballardini nel 2008/09 o da Delio Rossi nella stagione successiva (poche novità a cavallo tra quelle due stagioni), i 26 punti e il momentaneo ottavo posto in classifica assumono ancora più valore visto che, giusto per ribadire ancora una volta il concetto, questa squadra è la stessa, salvo un paio di cambiamenti, che ha vinto lo scorso campionato di serie B. E con la pressione di dover raggiungere la quota-salvezza, che presto potrebbe venire meno, il Palermo e i suoi tifosi potrebbero divertirsi e godersi qualche soddisfazione da qui alla fine della stagione.
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21 Gennaio 2015, 08:30