Palermo, incontro fra detenuti e studenti nel carcere Ucciardone - Live Sicilia

Palermo, incontro fra detenuti e studenti nel carcere Ucciardone

Organizzato dalla Camera penale e dalla facoltà di Giurisprudenza
L'INIZIATIVA
di
2 min di lettura

Una giornata di dialogo all’interno del carcere dell’Ucciardone di Palermo tra detenuti e studenti della facoltà di giurisprudenza, nell’ambito del corso di studi guidati dal professore Bartolomeo Romano, ordinario di Diritto penale dell’Università di Palermo.

All’iniziativa erano presenti circa 60 studenti e una trentina di detenuti, condannati definitivi e giudicabili.

All’incontro hanno partecipato, oltre al direttore del penitenziario Fabio Prestopino, anche il presidente del Tribunale Piergiorgio Morosini, Nicola Mazzamuto (presidente del Tribunale di Sorveglianza di Palermo), Santi Consolo (garante per la tutela dei diritti dei detenuti della Regione Sicilia), l’avvocato Angelo Formuso (componente del direttivo della Camera Penale di Palermo, nonché componente Osservatorio Carcere UCPI), il professore Mario Serio (Garante Nazionale dei detenuti).

Gli studenti hanno posto ai detenuti domande sulle condizioni di vita all’interno del carcere, le attività alle quali gli stessi possono partecipare, le aspettative future una volta usciti dal carcere.

Dalle risposte è emerso uno spaccato del dramma interiore che gli stessi vivono nella quotidianità del carcere, e non sono mancati i momenti di emozione quando alcuni hanno sottolineato soprattutto la sofferenza per l’assenza di affettività.

“Iniziativa lodevole che contribuisce a prendere coscienza della drammatica situazione in cui versa il nostro sistema carcerario – spiegano l’avvocato Angelo Formuso e l’avvocato Luigi Miceli, componente della Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane – . Oltre 60.000 detenuti sui 47.000 posti consentiti, 70 suicidi nel 2023 e 35 dall’inizio di quest’anno. La Giunta dell’Unione delle Camere Penali ha deliberato l’avvio di una maratona oratoria con il coinvolgimento delle Camere Penali territoriali, per denunciare questo stato di permanente illegalità”.

La classe politica dovrebbe finalmente rendersi conto che legalità e sicurezza, prima di tutto, devono essere garantite all’interno delle strutture direttamente gestite e controllate dallo Stato – concludono -. Continuare a girarsi dall’altra parte equivale a mortificare la dignità umana e il principio costituzionale della funzione rieducativa della pena, che può essere concretamente attuato mediante l’implementazione delle misure alternative che, come statisticamente documentato, diminuiscono notevolmente il tasso di recidiva”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI