04 Marzo 2022, 05:19
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PALERMO – Gaetano Adelfio aveva 42 anni quando morì al pronto soccorso del Policlinico di Palermo. Mentre attendeva di essere visitato ebbe un infarto. Era il 2017.
Per la sua morte non ci sono colpevoli. Il giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello ha assolto con la formula perché il fatto non sussiste gli imputati Giuseppe Calvaruso, Ezio Lipari, Maria Angela Castagna e Rosaria Caradonna.
Secondo i parenti della vittima e i pubblici ministeri, l’uomo avrebbe potuto salvarsi se solo fosse stato preso in considerazione il preallerta lanciato dalla sala operativa del 118.
Ed ecco il cuore della questione. Adelfio, cardiopatico e trapiantato di un rene, si sentì male nella sua abitazione a Casteldaccia, in provincia di Palermo. Chiamò i sanitari che avrebbero voluto trasportarlo nella struttura più vicina, è cioè a Bagheria. Adelfio avrebbe insistito affinché lo portassero al Policlinico.
Vi si recò accompagnato da un amico che lavorava al 118. Fu lui ad avvertire i colleghi della sala operativa affinché segnalassero l’arrivo in ospedale di un paziente in probabile codice rosso.
A ciascuno degli imputati veniva contestato un comportamento colposo nella vicenda che si concluse con la morte dell’uomo. Ezio Lipari era l’infermiere addetto al triage che secondo l’accusa avrebbe disatteso il preallarme della centrale operativa del 118 che comunicava l’arrivo con mezzi propri di un paziente in codice rosso, attribuendogli il giallo.
Maria Angela Castagna, anche lei infermiera, avrebbe ritardato le manovre di rianimazione. Giuseppe Calvaruso, allora medico di guardia, non sarebbe intervenuto in fretta, ma solo al momento della crisi cardiaca. Maria Rosaria Caradonna, medico rianimatore, avrebbe omesso di accogliere il paziente subito nella apposita sala.
I legali delle difese, gli avvocati Mauro Torti, Valentina Castellucci, Corrado Nicolaci, Giuseppe inserillo, Francesco Galati e Walter Castellana hanno sostento spiegato che l’uomo arrivò con i suoi piedi al pronto soccorso e nulla avrebbe fatto presagire la tragedia. Ecco perché gli fu assegnato un codice giallo.
Quando la situazione precipitò e Adelfio fu colpito da una crisi cardiaca sarebbero stati attivati tutti i soccorsi necessari.
Una ricostruzione contrastata dai legali di parte civile, gli avvocati Flavia Odoroso e Fausto Amato, secondo cui c’era stata negligenza e imperizia nel comportamento dei sanitari. Resta agli atti, dicono i legali, il preallarme disatteso. “Leggeremo le motivazioni per capire quale sia stato il percorso seguito dal giudice”, aggiunge l’avvocato Amato. Sembra scontato che le parti impugneranno le assoluzioni in appello.
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04 Marzo 2022, 05:19