Palermo, la fondazione Costa: nel degrado la villa dedicata al magistrato - Live Sicilia

Palermo, la fondazione Costa: nel degrado la villa dedicata al magistrato

Chiesto l'intervento del sindaco Roberto Lagalla per mettere in ordine i viali e destinare ad attività sociali i locali
PALERMO
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PALERMO – Versa in uno stato di degrado lo spazio verde di Palermo che da alcuni anni è intestato a Gaetano Costa, il procuratore ucciso dalla mafia nel 1980. La denuncia viene dalla Fondazione intestata al magistrato che ha chiesto al sindaco Roberto Lagalla di mettere in ordine i viali e il giardino dell’ex verde Terrasi, riaperto dopo una lunga chiusura, e di utilizzare la costruzione annessa per finalità sociali.

La Fondazione Costa, che considera il degrado della villa un “atto di irriverenza”, chiede che il Comune assicuri le “cure necessarie in armonia con il valore storico, sociale e culturale” dello spazio verde. Chiede anche che la struttura coperta venga utilizzata come biblioteca di quartiere. La Fondazione è pronta, si legge nella nota del presidente Claudio Dall’Acqua e del segretario Gianfranco Amenta, a conferire il proprio patrimonio librario.


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Commenti

    Con questa sua intervista rende onore a suo padre, se ce ne fosse stato bisogno e diventano nani i tanti esserini che si agitano per farsi vedere.

    Ricordo al signor Costa che la pubblica accusa non aveva nel modo più assoluto ritenuto che vi fosse l’aggravante per il favoreggiamento aggravato ma forse per lui sono dettagli. Però sa la differenza come si sa è sotanziale. Se avessero accolto la tesi dell’accusa (non dico della difesa ma dell’ACCUSA) Cuffaro sarebbe ancora senatore e potenzialmente fortissimo politicamente ma invece no, per distruggerlo bisognava condannarlo per favoreggiamento aggravato. La cosa assurda è che i giudici hanno smentito pure il lavoro di 2 periti nominati dal tribunale che smentivano che la moglie di Guttadauro avesse detto chiaramente “ragiuni avia Totò”. Di solito, in condizioni di assoluta imparzialità e normalità se non si ha la sicurezza non si può arbitrariamente decidere ma questo concetto per Cuffaro non è valso caro signor Costa. Massimo rispetto per lei e per suo padre ma la invito ad essere più obiettivo. Saluti

    Una bellissima intervista.Domande chiare e asciutte.Risposte cristalline,logiche di persona civile e matura.
    “Un magistrato e’ sempre solo,per principio.E’ solo con la sua coscienza,SE CE L’HA.”Illuminante.
    Penso che dovrebbe(deve) valere per ognuno di noi.

    e se un innocente fosse in galera ?

    rispetto per il dolore di Costa…..ma siamo certi che nel processo Cuffaro si parli di “oltre ogni ragionevole dubbio” ?!??!?!

    Stando al tribunale di Primo grado, e al PG della cassazione……si esclude con fermezza l’art.7 per MANCANZA DI PROVE!
    La decisione della cassazione è stata comunque di 3 a 2….

    insomma…..le sentenze è doveroso rispettarle, come il commentarle.

    Altrimenti non sarebbe una sentenza…ma il VERBO.
    e la sentenza Cuffaro lascia perplesso chiunque adoperi il buon senso
    “oltre ogni ragionevole dubbio” che vorrà dire sta frase alla luce dell’iter del processo Cuffaro ‘!?!??!

    Bel commento quello di Casini.
    Potete infarmarci su chi va a trovare Cuffaro?

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