PALERMO – Il clima si accese e il vetro andò in frantumi, ma non c’è certezza che fu colpa dell’imputato. Una mattina del 2020, V.M, poliziotto di 62 anni, si presenta per una visita al poliambulatorio nel rione Guadagna. Attese e incomprensioni con un’infermiera sfociano, secondo l’accusa, nel danneggiamento del vetro della parte superiore della porta che separa l’anticamera dalla stanza del responsabile. L’imputato l’avrebbe rotto con un pugno.
Scagliato con quale mano visto che in una teneva il casco? Come poteva arrivarci visto che il vetro era molto alto da terra? La porta era aperta o chiusa visto che due testimoni hanno fornito versioni contrastanti?
Il legale della difesa, l’avvocato Anthony De Lisi, ha sottolineato le contraddizioni. Non è stato dimostrato che il danno fu provocato dall’imputato. Il giudice Elvira Piccione lo ha mandato assolto perché il fatto non costituisce reato.