Palermo, l'arcivescovo Lorefice: “Rosalia è viva e con noi”

Palermo, l’arcivescovo Lorefice: “Rosalia è viva e con noi”

Il solenne pontificale in Cattedrale

PALERMO – “Rosalia è viva. È con noi. È in comunione con noi”. Le parole dell’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, risuonano in una Cattedrale gremita per il solenne pontificale di santa Rosalia.

Il giorno dopo la festa civile, la città si riunisce per le celebrazioni religiose in onore della Santuzza: di mattina la celebrazione eucaristica, stasera la processione e l’atteso discorso a piazza Marina. Un appuntamento ormai tradizionale, con cui il presule richiama al senso più profondo del Festino.

“Rosalia la donna più importante”

“Rosalia non è solamente una grande donna del passato di questa nostra città, di cui vantarsi, famosa anche oltre i confini dell’Italia – ha detto l’arcivescovo durante l’omelia -. Come donna è certamente la più importante di Palermo e per Palermo. Fondamentale. Necessaria, direi”.

“Ma Rosalia – non possiamo sottacerlo, tanto meno dimenticarlo – è donna in Cristo – ha ammonito Lorefice – nostra santa patrona. Se il 14 luglio l’intera città la acclama con il festino, il 15 luglio noi cristiani che abitiamo a Palermo e i pellegrini che vi sopraggiungono la veneriamo come fulgida sorella nella fede”.

La Cattedrale gremita

Parole pronunciate in una chiesa piena di palermitani e turisti, donne che indossano i cerchietti di rose ma anche autorità civili e militari. Alle spalle dell’altare, sotto lo stendardo del Comune, il sindaco Roberto Lagalla, l’assessore Pietro Alongi, il presidente del consiglio comunale Giulio Tantillo e la vice Teresa Piccione.

Nella navata laterale, invece, il governatore Renato Schifani, il questore Vito Calvino, il vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola, la Procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna.

All’altare decine di presbiteri, diaconi, i vescovi emeriti di Cefalù e Monreale, Vincenzo Manzella e Salvatore Di Cristina.

“Rosalia ci aiuta ad essere Chiesa che attende – ha aggiunto l’arcivescovo – così da non inardirsi e conformarsi all’insipienza del mondo, pronta a destarsi nel suo costante sopraggiungere nel tempo, nei poveri e negli scarti umani prodotti ad oltranza dall’economia del profitto illimitato, idolo pernicioso che ci schiavizza sempre più”.

I fischi di ieri sera

Un clima di festa iniziato ieri sera, con il corteo lungo il Cassaro, in cui però hanno fatto notizia anche i fischi ai Quattro Canti all’indirizzo del sindaco Roberto Lagalla. Un episodio su cui, sui social, è intervenuto don Francesco Di Pasquale, parroco a Sferracavallo.

“I fischi a questa amministrazione e al sindaco sono il termometro di un’insoddisfazione generale – ha scritto – e di una stanchezza verso una politica che in questi anni ha abbandonato la città. Palermo merita di essere governata da un sindaco che decide e non scappa dai problemi”.


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