PALERMO – Le giostre del Giardino Inglese rimangono aperte: è quanto stabilito dall’ordinanza numero 348/2023, depositata dalla prima sezione del TAR Sicilia che – confermando il decreto presidenziale di qualche mese fa – sospende lo sgombero disposto dal Comune di Palermo.
I gestori si occupano delle giostre da decenni e nel 2020, in prossimità della scadenza delle concessioni, avevano chiesto il rinnovo. Prima di procedere, il Comune richiese i pareri all’area decoro urbano e del verde e alla Soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali. La Soprintendenza, dopo avere rappresentato che “le richieste in oggetto si configurano quale concessione in uso a soggetti privati di una porzione di bene culturale”, si esprimeva negativamente ma non escludeva la possibilità di “una successiva richiesta di autorizzazione alla concessione di un’area da destinare al posizionamento di giostre”.
IlComune, però, negò il rinnovo con la conseguente risposta da parte dei gestori che opponendosi al Comune, presentarono un progetto per ottenere l’autorizzazione, come richiesto dalla Soprintendenza. Il Comune di Palermo non solo non concludeva mai il procedimento, ma, i diversi uffici interpellati, si limitavano, negli anni, sostanzialmente a non rispondere. Nel silenzio totale, il 24 febbraio scorso, il Comune di Palermo negò l’autorizzazione, notificando un’ordinanza per lo sgombero del Giardino Inglese entro il 17 aprile.
Per queste ragioni i gestori decidevano di rivolgersi agli avvocati Alessandro Palmigiano, Gaetano Speranza, Ornella Sarcuto, Marco Cassata e Lavinia Marchese, che hanno presentato una prima istanza cautelare che ha bloccato la chiusura delle giostrine. Si è trattato solo di una decisione provvisoria che lasciava ancora aperta la questione e, quindi, i legali insistevano con le loro ragioni, chiedendo al TAR di accogliere la sospensiva. La tesi dei legali era che le opere di rifacimento non interessavano quelle aree e non vi era necessità di privare i palermitani dello sfogo per i propri figli ed ancora che comunque non erano state prese in considerazione i progetti di valorizzazione che la società aveva proposto al Comune.
Ieri il TAR ha stabilito che, in considerazione del fatto che “l’approfondimento istruttorio ha consentito di appurare che il progetto presentato dai ricorrenti non è stato sottoposto dal Comune all’esame preventivo della Soprintendenza”, l’iter istruttorio presenta un difetto e, dunque che “nel bilanciamento dei contrapposti interessi – e nel dare indubbia prevalenza al progetto di riqualificazione presentato dal Comune nell’ambito del PNRR, va sospesa l’efficacia dell’ordine di sgombero” e fissato l’udienza al 19 dicembre 2023 per la decisione finale.