PALERMO- E’ morto Luigi Carollo, 54 anni, attivista dei diritti, grande protagonista dei pride a Palermo, volto gentile e tenace di questa città. E’ morto – pare – per una improvvisa quanto inesorabile malattia.
La consigliera comunale Mariangela Di Gangi conferma e dice: “Luigi era una persona impegnata, un amico sincero, un uomo radioso. La sua scomparsa ci getta nello sconforto. Se ne va un grande palermitano”.
Sul suo profilo, Tonino Cafeo ha scritto: ” Una notizia che è come una mazzata. Il nostro Luigi Carollo non ce l’ha fatta. Perdiamo un compagno e un amico di immenso valore. Una mente libera e aperta come poche. La comunità politica di Sinistra Italiana e quella Lgbtq+ perdono un punto di riferimento indispensabile in questi tempi difficilissimi ma soprattutto una persona cara”.
Una vita per l’impegno
Luigi lo conoscevano tutti coloro che hanno provato o che provano a raccontare Palermo. Era un crocevia irrinunciabile. Sapeva a perfezione quanto fosse ardua la strada dei diritti.
Ma lui non era uno di quelli che volgono lo sguardo altrove o abbassano la voce. Era proprio così: tenace e gentile. Di una tenacia che non si nega il garbo umano, ma che non rinuncia mai a stessa.
I post che lo commemorano raccontano, ancora oggi, il significato profondo della sua figura. Scrive Lucia Lauro, persona valorosa sul cammino della solidarietà: “Chi vive la vita come un dono non muore mai. Grazie Luigi Carollo, questa città ti é infinitamente grata per quello che sei stato, per come hai insegnato a tutti noi cosa fosse la libertà e la lotta”.
Gli ultimi abbracci
Scrive, sempre su Facebook, Pierpaolo Montalto: “Io non ci voglio credere, non lo voglio accettare, non voglio darmi pace. Un altro compagno, un altro amico, un altro fratello, un altro eroe siciliano se ne va e lascia un vuoto immenso. A Palermo eri il Pride, per tutte e tutti noi eri un grido di speranza, un sogno di libertà, una storia meravigliosa di liberazione che potevamo stringere, abbracciare, imitare”.
Sono gli ultimi abbracci. Tutti i messaggi, tutte le telefonate convergono verso l’unanimità di un cordoglio profondo, senza un grammo di retorica. Sono testimonianze di relazioni umane riuscite, che ci fosse l’accordo o il dissidio.
Luigi Carollo è stato un portabandiera dell’ascolto reciproco. Non c’era nulla che non potesse essere detto o sentito, perché non c’è niente che non si possa comunicare tra le persone. Anche per questo mancherà a Palermo che, spesso, chiude occhi, orecchie e labbra.