PALERMO – Il tema è sensibile, lo scontro durissimo. Vincenzo Spera invia una nota a tutto il personale del Dipartimento amministrativo dell’Arnas Civico-Benfratelli di cui è direttore. L’oggetto è un rimprovero, senza se e senza ma: “Richiamo al decoro dell’abbigliamento sul luogo di lavoro”. Cinque ore dopo il vertice dell’azienda ospedaliera lo sconfessa e revoca la nota dal contenuto “sessista”.
Spera e il richiamo al decoro
La mattina dell’11 settembre Spera deve essere arrivato in ufficio con le idee chiare visto che già alle 9:08 invia la nota: “In seguito a numerose segnalazioni pervenute e al fine di garantire il rispetto dell’ambiente lavorativo e dei principi di professionalità e decoro proprio dell’Amministrazione, si richiama l’attenzione di tutto il personale sull’importanza di mantenere un abbigliamento consono al contesto istituzionale”. Chi e come lo ha segnalato? Chiacchiericcio o segnalazioni sulle lavoratrici?
Basta scollature e trasparenze
Spera entra nei dettagli del suo personale codice etico-comportamentale riguardo all’abbigliamento: “In particolare si sottolinea che non sono appropriati: abiti succinti o eccessivamente informali, scollature marcate, spalle scoperte, abiti trasparenti o abbigliamento che possa risultare inadeguato al decoro dell’ufficio”.
Dopo il rimprovero, l’affondo: “Si invita pertanto ciascuno a mantenere un comportamento rispettoso delle regole di correttezza e immagine dell’Amministrazione anche attraverso la scelta di abbigliamento sobria e adeguata al contesto lavorativo”.
Lo stop dei vertici aziendali
Alle 14:40 i vertici aziendali, evidentemente all’oscuro di tutto, stoppano Spera con il “ritiro in autotutela della nota”. Il direttore generale Walter Messina, quello sanitario Domenico Cipolla e amministrativo Vincenzo Barone scrivono: “Con la presente si rappresenta al personale amministrativo di non tenere conto della nota precedentemente emanata che viene revocata immediatamente”.
Non ha alcun valore perché “non condivisa nei suoi contenuti, non autorizzata dal rappresentante legale, non soggetta a parere della direzione amministrativa, nonché neppure previamente sottoposta alla nostra visione”.
“Sfatare stigmi e pregiudizi di genere”
Una bocciatura nella forma e soprattutto nella sostanza: “Si coglie l’occasione per evidenziare, da parte degli scriventi, l’adesiva condivisione di questa direzione strategica alle politiche europee volte a garantire la parità di genere, sfatare stigmi, pregiudizi, stereotipi di genere, nonché al fine di colmare il divario di genere anche nel mercato del lavoro e rassicurare la parità nella partecipazione ai diversi settori della vita pubblica”.
Le scuse alle donne: “Pregiudizio sessista”
Infine le scuse rivolte al personale amministrativo “per il disguido, le figure apicali di questa amministrazione garantiscono pari opportunità, non tollerano discriminazione di alcun tipo e sostengono il rispetto della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali previsti nel nostro ordinamento democratico, e stigmatizzano qualunque forma di violenza o pregiudizio sessista (sono giorni di inchieste e scandali anche a livello nazionale) contro le donne lavoratrici a cui va il nostro affettuoso pensiero”. Firmato Messina, Cipolla, Barone.

