PALERMO – “Aggressioni ai turisti? L’esercito in città c’è già, credo dobbiamo fare un’analisi accurata perché poi non tutti gli episodi sono uguali, alcuni di essi adesso sono al vaglio. Analizzeremo insieme la situazione, andremo a fare un comitato per l’ordine pubblico qui con le autorità locali che hanno una conoscenza anche più diretta del territorio, dei fenomeni, quindi non solo le forze dell’ordine, il sindaco, l’autorità giudiziaria”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Palermo sulla situazione della criminalità in città.
“Il nostro è un governo che sta mettendo in campo delle risorse straordinarie come non avveniva da decenni e quindi lo abbiamo fatto anche su Palermo, continueremo a farlo perché ci siamo dati l’obiettivo di completare questo percorso anche nel prossimo biennio – ha aggiunto Piantedosi – L’importante è che queste risorse non siano solo una destinazione numerica, quantitativa, ma ci siano azioni mirate in qualche modo”.
“Nuovi uomini? Sono già arrivati e ne arriveranno ancora. Complessivamente ad oggi, da quando ci siamo insediati come governo, abbiamo fatto 37.000 nuove assunzioni di uomini e donne delle forze di polizia distribuite su tutto il territorio nazionale. Ne abbiamo ancora circa 10.000 in uscita entro l’anno. E altre 22.000 programmate per il prossimo biennio. Sono tutte risorse che distribuiamo su tutto il territorio nazionale, quindi anche in contesti molto importanti come Palermo”.
Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a margine della celebrazione per la commemorazione della strage di via D’Amelio.
“Palermo è sempre una città di attenzione primaria, – aggiunge Piantedosi – insomma, nostra, del governo, perché è una città che per tradizione è una città grande, non solo per i fenomeni che sono stati rappresentati nel docufilm che abbiamo visto adesso, ma nella contemporaneità si ripropone come città attrattiva, turistica, anche da un’economia che ha qualche segnale”.
E ancora: “C’è un problema di sicurezza su tutto il territorio nazionale. I problemi di sicurezza sono dei problemi permanenti al di là delle risorse che si dedicano a queste e dei dati che in qualche modo bisogna analizzare. Palermo, se uno guarda i dati, come le altre città del territorio nazionale vive un contesto di diminuzione statistica di reati, ciò nonostante però c’è un sentimento e una percezione dei fenomeni che comunque vanno ben oltre i numeri statistici e quindi in qualche modo dobbiamo tenerne conto”.
“Verrò a breve qui a Palermo, – aggiunge Piantedosi – completeremo questa analisi approfondita. Ho dato mandato anche al prefetto, alle forze dell’ordine, di fare in qualche modo, insieme al sindaco, di adottare delle misure che siano tarate nello specifico a quelle che sono i fenomeni per come si presentano e quindi anche le preoccupazioni che attanagliano la città”.
“Per sconfiggere la mafia definitivamente serve come tratto finale continuare in maniera incrollabile la battaglia. Questi eroi di cui si celebra la memoria sono persone che innanzitutto hanno lanciato un messaggio culturale, cioè voler combattere l’illegalità, la mafia, anche sapendo a cosa si andava incontro” ha detto il ministro.
“Molto probabilmente il colpo finale avverrà quando ci sarà una condivisione proprio dal punto di vista culturale della necessità di combattere ogni forma di prevaricazione e di violenza” ha concluso Piantedosi.

