Tutto, nella vita del dottore Paolo Borsellino, testimonia non soltanto la rettitudine di un uomo dello Stato, fino all’estremo sacrificio, ma pure l’immensa dolcezza di un marito e di un padre. Immensa dolcezza e immenso amore. Ed è superfluo ricordarlo.
Natoli e le intercettazioni
Il nostro Riccardo Lo Verso, con l’equilibrio di sempre, ha affrontato il tema delle ormai note intercettazioni. Alcune parole ascoltate riaprono ferite e creano sgomento. Ma basta rammentare la verità sotto gli occhi di ognuno per disperdere una nebbia maleodorante: il dottore Paolo Borsellino ha offerto un esempio mirabile, nel suo profilo umano e professionale che erano la stessa cosa.
Anni fa, il fondatore di questo giornale, il nostro amatissimo Francesco Foresta, mi diede il compito di raccogliere delle foto, grazie al garbo dei familiari, che raffigurassero il ritratto sintetico di una esistenza specchiata: quella del dottore Paolo Borsellino.
Eccole QUI. Sono immagini che raccontano la tenerezza, moltiplicata dall’assenza. Oggi le scorriamo con struggimento: la felicità di una famiglia si è spezzata, pagando un tributo terribile alla giustizia e al senso dello Stato.
L’eroismo del dottore Paolo Borsellino appartiene alla Signora Agnese, a Fiammetta, a Lucia, a Manfredi. Nessuno che non li abbia vissuti davvero può immaginare cosa furono, in angoscia e terrore, gli ultimi giorni, prima del cratere di via D’Amelio.
Padri e figli
Ha scritto Manfredi Borsellino, in una lettera aperta ai suoi figli, e condividiamo punto per punto: “A questo punto sento il dovere di dirvi oggi di continuare a camminare sempre a testa alta, perché forse vostro padre e le vostre zie per questi personaggi ‘avranno pochi neuroni’, ma siamo stati fortunati per avere avuto figli come voi e genitori – per dirla in gergo calcistico come sapete caro a papà- di ‘un’altra categoria’”. Non solo ‘fortunati’, è la nostra chiosa. Fiammetta, Lucia, Manfredi onorano la memoria del padre e della madre, ogni giorno.
Forse – perfino a prescindere dal caso in specie – c’è una Sicilia che non sopporta i siciliani eroici, che ha bisogno di sminuirli, di sporcarne l’immagine. Perché gli eroi hanno ‘commesso’ il peccato imperdonabile, meraviglioso e radicale della coerenza. Che ad altri è mancata.
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