PALERMO – Non solo arresti, il giudice per le indagini preliminari Claudia Rosini ha disposto il sequestro di beni che valgono un milione di euro nei confronti degli indagati per il contrabbando di sigarette.
Sarebbe stata accertata la sproporzione tra i beni nella loro disponibilità e la loro capacità reddituale.
Sotto sequestro finisce anche il negozio “Le bontà surgelate” di proprietà della moglie di uno dei principali arrestati, Antonino Li Causi, che si trova in via Gustavo Roccella. Davanti al negozio sarebbero stati fissati appuntamenti per organizzare i traffici. Ai redditi del negozio si aggiungono quelli dei figli che risultano lavorare in un’associazione che gestisce un servizio di ambulanze private. La loro assunzione, secondo gli investigatori, sarebbe fittizia.
L’attività prosegue sotto la gestione di un amministratore giudiziario nominato dal giudice per le indagini preliminari.
Sotto sequestro anche diverse macchine (da una Fiat 500 ad un’Audi Q8), immobili e box in via Enrico Toti e via Giovanni Verga a Palermo, magazzini e immobili a Ficarazzi, un villa a Trabia, terreni a Misilmeri e un mandarineto a Palermo. Sequestrati anche diversi conti per le scommesse on line da cui sarebbero transitati soldi ritenuti provento del contrabbando di sigarette.