Palermo, si suona: dirige Brugman | Ballardini punta sul suo regista - Live Sicilia

Palermo, si suona: dirige Brugman | Ballardini punta sul suo regista

Il centrocampista uruguaiano è un altro dei giocatori utilizzati con il contagocce da Iachini, ma che può trarre giovamento dal cambio di tecnico e di modulo: con la Lazio l'ex pescarese ha agito da regista avanzato, ma in futuro può tornare a fare il playmaker basso.

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PALERMO – Centoventisette minuti. Era questo il magro bottino ottenuto da Gaston Brugman nelle prime dodici di partite di campionato, anche se in realtà solo in due occasioni il centrocampista nativo di Rosario (in Uruguay) è riuscito a vedere il campo. Il suo debutto è arrivato solo durante la decima giornata, quando il Napoli aveva ormai messo in cassaforte i tre punti nella sfida contro il Palermo, e Iachini decise di concedere mezz’ora all’ex regista del Pescara. Cinque giorni dopo, è toccato proprio a Brugman fare da metronomo in mezzo al campo per la formazione rosanero, uscita però sconfitta dal campo del ‘Barbera’ contro l’Empoli, grazie all’invenzione di Saponara che ha, di fatto, peggiorato in maniera irreversibile il destino del tecnico marchigiano.

Nonostante il successo contro il Chievo, a Palermo si cambia: via Iachini, ritorna Ballardini. Un tecnico che punta molto sulla qualità e sul dinamismo degli interpreti del centrocampo. Entrambe qualità che fanno parte del bagaglio tecnico di Brugman, il quale spera di potersi giocare le proprie carte con il nuovo allenatore, nonostante la folta concorrenza nella sua zona di competenza. Ma al momento di leggere le formazioni ufficiali di Lazio-Palermo, una sorpresa appare subito lampante: Gaston giocherà in posizione di raccordo tra la linea mediana e la coppia d’attacco, composta da Vazquez e Gilardino. Bastano pochi minuti e una manciata di palloni toccati per stabilire la bontà del mister ravennate: l’uruguaiano fa girare la palla con naturalezza, classe e soprattutto con una calma olimpica, difficile da prevedere per chi ha giocato con il contagocce nella prima tranche di stagione.

Così, per Gaston Brugman arriva la seconda partita giocata per intero e soprattutto piovono sulla sua testa tanti complimenti e attestati di stima. Sarà Ballardini a spiegare la scelta di affidarsi al suo numero 16 come trequartista: “Quando arrivò in Italia dal Sudamerica, si presentò nel ruolo di numero 10”, svela il mister nel post-partita dell’Olimpico, ma la duttilità dell’ex giocatore del Pescara può aiutare il tecnico ravennate a vagliare una serie di soluzioni per rendere ancor più imprevedibile il proprio centrocampo a rombo, già molto pericoloso alla prima uscita stagionale. Brugman ha giocato con disinvoltura e naturalezza alle spalle del duo d’attacco, ma Ballardini può utilizzarlo anche nel suo ruolo ‘italiano’, ovvero quello di playmaker basso: una soluzione da valutare soprattutto nelle gare interne, in cui sarà il Palermo a dover menare le danze e quindi sarà necessario mettere un uomo dai piedi buoni a dirigere il traffico.

Una soluzione tattica come quella vista contro la Lazio, in cui Brugman ha fatto da rifinitore tra un centrocampo più muscolare e un attacco potenzialmente sempre pericoloso, ha ottenuto i dividendi richiesti in una gara delicata, perchè si giocava in trasferta e contro un avversario a caccia di punti per ribaltare un trend negativo di risultati e gioco. In ogni caso, Gaston ha mostrato di avere qualità tecniche, atletiche e soprattutto mentali per fare da direttore di orchestra in una squadra, come il Palermo, bisognosa di cambiare registro dopo il ribaltone del mercato estivo.


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