Se serviva una prova che il Palermo di Ballardini funziona, la vittoria sul Genoa, anche se non incarna il genere di reperto che può convincere un giudice in maniera schiacciante, rappresenta sicuramente un secondo indizio a favore del tecnico rosanero. Una vittoria meritata, quella del Palermo, che arriva al termine di una gara giocata con maturità e con la sola macchia di aver concesso quattro minuti di speranza ai liguri apparsi troppo dipendenti da Milito.
Dopo i tre punti conquistati contro la Roma vicecampione d’Italia i rosanero replicano ai danni di un Genoa in versione “sparagnina”, sceso in campo con l’intenzione di strappare un pareggio e non di più. Sarà l’euforia dei rosanero per la bella vittoria di sette giorni fa, sarà per una condizione atletica che cresce di settimana in settimana, o perché con la nuova gestione tecnica i giocatori del Palermo sembrano tutti impiegati nel ruolo prediletto. Il datocerto è che questa squadra gioca bene e si diverte. E poco importa se non c’è un bomber di razza come Amauri a fare da terminale di gioco. Il Palermo di Ballardini sta dimostrando di poter vivere anche senza, in attesa che esploda definitivamente il talento di Cavani al suo secondo gol di fila in campionato.
Davanti ai 20.101 spettatori del Barbera che hanno accolto l’ex di lungo corso Biava con i meritati applausi, niente sorprese in casa rosanero. Il tecnico Ballardini concede fiducia agli uomini che hanno sconfitto la Roma con l’unica (forzata) novità che vede l’esordio di Succi accanto a Cavani al posto dell’infortunato Miccoli. Nel 4-3-1-2 rosanero è ancora Cassani a vincere il ballottaggio con Raggi per una maglia da titolare da esterno destro, con l’ex empolese addirittura relegato in tribuna. Al centro della difesa confermata la coppia Carrozzieri-Bovo, entrambi autori di una prova eccellente. Balzaretti a sinistra completa il poker difensivo palermitano. A centrocampo confermato il trio Nocerino-Liverani-Bresciano, con Simplicio spostato tra le linee avversarie pronto a disturbare il portatore di palla ospite e rilanciare le punte rosanero. La posizione del brasiliano si è rivelata ancora una volta determinante nell’economia di gioco rosanero: sia perché Simplicio è maestro nel disturbare i centrali difensivi avversari impedendo loro di impostare l’azione, sia perché il centrocampista carioca dà l’impressione di sguazzare nel ruolo di uomo-assist.
Anche Gasperini non concede sorprese. Al posto del grande assente Andrea Gasbarroni, l’ex giocatore del Palermo manda in campo nel tridente offensivo del suo 3-4-3 l’ex juventino Palladino, con Milito boa centrale e Sculli a sinistra.
Il Palermo inizia forte e fa subito capire al Genoa che non sarà un pomeriggio tranquillo. Cavani, in palla, mette paura alla retroguardia rossoblu andando in pressing sulla linea arretrata rossoblu. Così già al secondo minuto si ritrova una palla-gol coi fiocchi ma è troppo frettoloso scaricando il destro sull’esterno della rete.
Il primo tiro del Genoa è datato 15’ e porta la firma di Milito. Un destro debolissimo scagliato da venti metri che si spegne sul fondo con Amelia che controlla.
C’è gloria anche per Beppe Biava, uno dei migliori dei suoi, che al 23’ incorna su calco d’angolo costringendo Amelia a smanacciare sopra la traversa. Il Palermo tiene in mano le redini della gara e sull’unica distrazione concessa a Milito nel primo tempo per poco non viene punito. Il centravanti rossoblu, infatti, è abilissimo a raccogliere una palla vagante al limite dell’area rosa e a scagliare un destro a girare che si stampa sulla parte alta della traversa. Il Genoa è tutto qui. I rosanero sono padroni del centrocampo con Nocerino che randella, Liverani che imposta e Bresciano che sfoggia la dinamicità dei tempi migliori. E al 38’ arriva il gol che sblocca la gara. Simplicio mette dentro l’area una palla filtrante che è un invito al quale Cavani non può dire di no. L’uruguagio che si è sbloccato dopo sei mesi di digiuno contro la Roma scarica un destro su cui Rubino nulla può. Ed esplode la festa al Barbera. La risposta del Genoa è tutta in un sinistrao di Sculli che si spegne a lato un pio di minuti dopo.
Nel secondo tempo Gasperini tira fuori Palladino per far posto a Ruben Oliveira e spostando Sculli a sinistra. Ma cambia poco nell’atteggiamento dei liguri, troppo rinunciatari a dispetto della famosa spregiudicatezza del 3-4-3 di Gasperini che al 9’ deve tirare fuori Ferrari per passare alla difesa a quattro. Dentro l’ex rosanero Jankovic, con Mesto arretrato sulla linea dei difensori. Biava e Criscito vanno a fare i centrali, Modesto resta a sinistra. Una mossa che schiacciaancora di più i rossoblu nella propria met campo e così, al 12’ arriva il raddoppio rosanero. Cavani conquista un calcio di punizione al vertice destro dell’area genoana. Sulla palla si porta Liverani. Ma mentre tutti si aspettano il mancino del capitano rosanero, arriva un assist rasoterra per Bovo che da venticinque metri fulmina Rubinho.
La partita è praticamente chiusa, il Genoa in bambola rischia di subire il tris al 16’ con Cavani imbeccato ancora da un Simplicio sempre più uomo-assist. L’attaccante rosanero, però, si fa ipnotizzare da Rubinho in uscita che gli ribatte la conclusione. Sul rimpallo arriva Bresciano ma l’australiano punta più sulla potenza che sulla precisione e manda alta la sua conclusione.
Con la gara in mano, Ballardini si ricorda che mercoledì si gioca di nuovo e manda in campo il giovane Lanzafame al posto di Succi. L’ex ravennate esce tra gli applausi del Barbera che sottolineano l’impegno profuso dal vice-Miccoli.
Sull’altra sponda Gasperini le prova tutte: getta nella mischia Vanden Borre al posto di un impalpabile Sculli, mentre pochi minuti dopo Ballardini alza gli argini a centrocampo tirando fuori Liverani che lascia il posto a Guana.
Il Genoa è troppo dipendente da Milito che al 39’ ruggisce dal limite dell’area ma il suo destro potente sibila accanto al palo alla destra di Amelia. E’ la molla che fa suonare, troppo tardi, la sveglia in casa rossoblu. Così al 44’ Modesto lascia partire un diagonale dopo un cross lungo dalla destra di Jankovic. Milito si fa trovare pronto sottoporta per il piattone del 2-1, utile solo ad aumentare i rimpianti degli ospiti. Ora il Genoa fa paura e un minuto dopo i rosa, un po’ in debito d’ossigeno, rischiano di mandare all’aria quanto di buono costruito. Su un sinistro di Jankovic ribattuto dalla difesa palermitana la palla arriva sui piedi di Oliveira dimenticato a destra da Cassani. Fortunatamente la conclusione del genoano, tutto solo davanti ad Amelia, termina in curva sud facendo tirare un sospiro di sollievo al popolo rosanero.
Quando si alza la lavagna del quarto uomo che mostra i 4 minuti di recupero concessi si accorcia il fiato dei palermitani. C’è da soffrire ancora un po’ e allora il Palermo si raccoglie nella propria metà campo affidandosi ai suoi mastini. C’è il tempo per un paio di energici disimpegni di Carrozzieri e Bovo prima del triplice fischio di Gava che decreta la seconda vittoria consecutiva rosanero. Sei punti in due partite, Udine ormai è troppo lontana. E a Napoli adesso si va con lo spirito giusto.