PALERMO – Dieci o venti chili di cocaina alla volta. Così il nigeriano Isiguzo Tochi Kingsley Chima avrebbe rifornito la rete di spaccio che a Palermo operava con il benestare dei boss. Il nome del 51enne non è nuovo alle forze dell’ordine. Ritenuto esponente di spicco della mafia nigeriana, aveva tentato la fuga l’anno scorso. Era anche riuscito a procurarsi un passaporto falso.
Il tentativo di fuga all’estero
Già coinvolto nell’operazione che smantellato l’organizzazione “Black Axe”, con arresti per associazione a delinquere di stampo mafioso, sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo aggravata, avrebbe voluto raggiungere i suoi complici in Svezia. Lì avrebbe voluto portare avanti i suoi affari lontano da Palermo, dove da tempo ormai risiede. Intercettato tramite le microspie, puntava in alto e citava Tony Montana di “Scarface”.
In un negozio a Ballarò gestiva lo spaccio
Ai tempi, la sua base operativa sarebbe stata un piccolo minimarket che gestiva a Ballarò, man mano diventato un punto di riferimento per lo spaccio di crack e hashish. La fuga fu bloccata dai finanzieri nel gennaio del 2024: il nigeriano era stato condannato, ma la sentenza era stata poi annullata dalla Corte d’Assise d’Appello di Palermo.
Una volta libero, ma in attesa della pronuncia definitiva della Cassazione, era stato sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Palermo, ma il 51enne aveva avviato contatti con suoi connazionali già in Svezia e si era procurato il documento falso.
Il fornitore nigeriano e l’arresto per rissa
Nel 2012, Isiguzo Tochi Kingsley Chima era stato inoltre arrestato per rissa, avvenuta durante un banchetto nuziale in un locale nel centro storico di Palermo. Ad affrontarsi erano state due fazioni di cittadini nigeriani.
Se le sarebbero date di santa ragione per un contrasto nato tra due degli invitati, entrambi “particolarmente interessati” ad una giovane e avvenente loro connazionale. Una baraonda che aveva coinvolto circa duecento invitati che stavano partecipando alla festa.
Riforniva di droga gli spacciatori finti rider
Secondo quanto accertato dai finanzieri, sarebbe nel frattempo diventato il rifornitore di cocaina dell’organizzazione che spacciava a Ballarò, alla Vucciria e a Mondello e che poteva contare su una rete di pusher travestiti da rider.

