PALERMO – L’imprenditore chiede di patteggiare un anno e mezzo di carcere. Sebastiano Grillo vuole chiudere la vicenda giudiziaria che lo vede indagato per corruzione. La richiesta è stata avanzata dagli avvocati Bartolomeo Romano e Carlo Autru Ryolo.
I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno fotografato il momento in cui l’indagato passava delle banconote al funzionario della Protezione civile regionale Luigi De Luca. Venivano chiamate “caramelle”, ma in realtà sarebbero stati soldi per spingere il pagamento di alcune fatture.
Gli episodi immortalarti sono due: il 16 giugno e il 25 agosto 2022. La cifra non è stata quantificata, ma il procuratore aggiunto di Palermo Sergio Demontis e i sostituti Chiara Caopoluongo e Andrea Fusco ritengono che si trattasse di tangenti per velocizzare la pratica che l’impiegato pubblico avrebbe dovuto seguire. Un “compenso extra” per fare in fretta e portare i documenti alla firma del dirigente generale della Protezione civile Salvatore Cocina.
Grillo è il referente di due società. La Nuova Tecnopolis e la Grillo Costruzioni che si erano aggiudicate una commessa da 82 mila euro a Campofranco, in provincia di Caltanissetta, per il ripristino della viabilità nella zona industriale, e una a Novara di Sicilia, in provincia di Messina, per la messa in sicurezza di una frazione per un importo di 200 mila euro. Le fatture erano ferme in attesa dei pagamenti.
“Mi dica un’altra cosa… c’è mio figlio… c’è mio nipote che hanno questo lavoro a Campofranco che è a pagamento Protezione civile – spiegava Grillo – hanno tutte cose a Ragusa… una certa signora”. E faceva il nome di una collega di De Luca, che lo tranquillizzava: “… glielo dico io… ora la chiamo”. Mentre De Luca prendeva il cellulare per chiamare la collega Grillo, mostrandogli dei documenti, gli porgeva un pacchetto estratto alla tasca destra. Le “caramelle”, diceva.
De Luca: “Vediamo se c’è l’impegno… lo facciamo firmare al direttore”. Nel frattempo Grillo tirava fuori dalla tasca destra dei pantaloni un altro pacchetto con i soldi che lanciava sulla scrivania e De Luca lo nascondeva dietro il monitor del computer.
“Vabbè dai ci penso io dai”, aggiunge De Luca che in effetti chiamò un altro collega per sapere “sta cosa come è combinata”. L’1 ottobre 2021 De Luca informò che la pratica era stata approvata. In effetti i pagamento è datato 7 ottobre.