Palermo, teatri Garibaldi e Montevergini, un piano per il rilancio - Live Sicilia

Palermo, teatri Garibaldi e Montevergini, un piano per il rilancio

Le grandi istituzioni culturali scendono in campo, ecco come

PALERMO – Le grandi istituzioni culturali palermitane scendono in campo per rilanciare il Teatro Garibaldi e il Teatro Montevergini. Il piano, non ancora interamente delineato, prende le mosse da una delibera di giunta recentemente approvata dal sindaco Lagalla e dai suoi assessori su proposta del responsabile della Cultura Giampiero Cannella.

Il Comune ha approvato ed è pronto a firmare un accordo con la Fondazione Teatro Massimo di Palermo, l’Associazione Teatro Biondo Stabile di Palermo, il Conservatorio di Musica Alessandro Scarlatti, l’Accademia di Belle Arti di Palermo, la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana e la Fondazione Orestiadi di Gibellina.

Tutte assieme le istituzioni costituiranno un comitato scientifico dentro il quale siederanno i legali rappresentanti di ciascun ente. Sarà questo organismo a individuare le attività per rilanciare i due spazi, uno alla Kalsa uno a pochi passi da Corso Vittorio Emanuele.

Con la delibera la giunta Lagalla si pone in discontinuità con le decisioni della giunta Orlando. Nell’atto, infatti, l’amministrazione revoca espressamente una serie di delibere tra cui la delibera 74 del 13 aprile 2017 che stabiliva il “Modello dell’uso civico e collettivo urbano presso il Complesso del Teatro Montevergini” e la delibera 257 del 21 settembre 2021 con cui si approvava il progetto e lo schema di protocollo di intesa con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Palermo per l’utilizzo del Garibaldi.

A pochi giorni dall’inizio della sua attività da sindaco d’altronde Roberto Lagalla aveva denunciato “lo stato di totale abbandono e degrado del Teatro Garibaldi, una situazione – dichiarava il primo cittadino – intollerabile che va avanti dal 2018”, anno in cui il teatro era stato uno dei cuori pulsanti della biennale Manifesta.

La decisione all'”uso civico e collettivo urbano” del Montevergini, il teatro allestito dentro la seicentesca chiesa barocca di Santa Maria di Montevergini, era arrivata dopo mesi di occupazione e autogestione del luogo da parte di chi rivendicava che lo spazio fosse “nè pubblico, nè privato: comune! Montevergini liberato e riaperto alla città”. La giunta Orlando, aveva così dato veste a questa iniziativa dal basso consentendo l’uso partecipativo dello spazio.

A fronte di esperienze non sempre riuscite, adesso si cambia e in campo, per la ripresa di questi luoghi della cultura “secondari” scendono i grandi della città.


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