Mafia, vecchi e nuovi boss a Palermo: tutti i NOMI - Live Sicilia

Mafia, vecchi e nuovi boss a Palermo: tutti i NOMI

Qualcuno regge i fili dell'organizzazione che tenta di serrare i ranghi

PALERMO – Cosa succede nella Cosa Nostra palermitana? Chi regge i fili nel momento in cui l’organizzazione è obbligata a serrare i ranghi? “Qualcuno c’è, anzi più di qualcuno”, sussurra un investigatore che segue da anni le dinamiche mafiose. Ed è sempre nell’equilibrio fra vecchi e nuovi boss che vanno cercate le risposte. Il numero del mensile S in edicola si concentra sul passato e sul presente della mafia.

Di alcuni vecchi si sente parlare pochissimo. Vivono defilati, nell’ombra di una vita volutamente lontana dai radar investigativi. Ogni tanto, però, il passato riemerge. “Gli è stato detto tempo fa, quando è sceso il dottore di preoccuparsi della sua zona…”, diceva Giuseppe Greco, ultimo reggente del mandamento di Brancaccio-Ciaculli.
Qualcuno stava provando, nel gennaio 2020, a rivendicare maggiore potere. Si trattava Giuseppe Giuliano, soprannominato “Folonari”. Faccenda delicata tanto da rendere necessario, stando al contenuto delle intercettazioni, l’intervento del “dottore”, a cui fu detto di “occuparsi della sua zona”.

La copertina dell’ultimo numero del mensile S

Gli investigatori non hanno dubbi: si tratterebbe di Giuseppe Guttadauro, storico capomafia di Brancaccio, ex medico dell’ospedale Civico di Palermo, che ha saldato da anni il conto con la giustizia e si è trasferito a vivere a Roma.

A Brancaccio c’è una gran folla di scarcerati. Nel maggio scorso è stato annullato un processo e gli imputati son tornati tutti liberi. Gente del calibro di Giovanni Lucchese, il boss che si è pentito di essersi pentito, Giuseppe Caserta, Claudio D’Amore, Cosimo Geloso, Vincenzo Vella.

Le retate si susseguono. Per sopravvivere la mafia ha bisogno di trovare sempre nuovi capi ed è nell’elenco degli scarcerati, come è sempre avvenuto nel recente passato, che l’organizzazione potrebbe pescare per tentare di ricompattare i ranghi.

A Tommaso Natale, Altarello di Baida, Noce, Paso di Rigano, Santa Maria di Gesù e Porta Nuova occhi puntati su nomi del passato che ritornano. Gente scarcerata da tenere sotto osservazione.

Ci sono personaggi che si fanno notare e altri che scelgono di mantenere un profilo bassissimo. Come Stefano
Fidanzati, figlio del boss dell’Arenella-Acquasanta, Gaetano. Oggi ha più di 70 anni anni e ama il silenzio. Altra pasta, la
sua e quella della sua famiglia.

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