"Papà dove sei?". La tragedia di via Ausonia e il racconto della dottoressa - Live Sicilia

“Papà dove sei?”. La tragedia di via Ausonia e il racconto della dottoressa

Le parole della Ajovolasit, medico che ha salvato il bimbo

PALERMO – “Papà dove sei?”. Le grida del bambino di 4 anni, sopravvissuto miracolosamente a un volo dal sesto piano col padre, nel racconto di Patrizia Ajovolasit, medico che lo ha salvato. Parole consegnate al suo profilo social, mentre la Procura indagava sull’accaduto, cercando di ricostruire la dinamica esatta della tragedia: l’iniziale ipotesi della perdita di equilibrio del piccolo e della conseguente disgrazia nelle ultime ore viene sopravanzata da quella di un tragico gesto.

La tragedia e il racconto della dottoressa

“Durante le manovre del soccorso medico, osservavo questo bellissimo bambino dagli occhi azzurri come il cielo…piangeva e chiamava il padre, mentre questo giaceva agonizzante vicino a lui”. È la Vigilia di Natale in via Ausonia a Palermo, un tonfo spezza il tempo, poi le grida. Sirene dell’ambulanza, la dottoressa Ajovolasit è di turno. È stata neonatologa al Cervello di Palermo, i bambini li ha visti nascere, fare i primi respiri. Adesso deve evitare che il piccolo con gli occhi azzurri esali l’ultimo. Ha alcune fratture e gli organi lesionati, il padre è morto sul colpo e due anni prima aveva perso la madre durante uno dei picchi della pandemia da covid. “Mi chiedo se questo piccolo – scrive la dottoressa su facebook – se sopravviverà, porterà in sé qualche segno indelebile di tutto questo”.

La cura

“Da medico, mentre curavo insieme all’equipe di pronto soccorso il dolore provocasto dalle lesioni del suo corpicino, mi sono accorta che nopn riuscivamo a curare qualcosa di più profondo che mi mostravano quei grandi occhi azzurri attoniti, terrorizzati, che cercavano di scorgere fra i camici bianchi, un volto amico, conosciuto, rassicurante e protettivo: un dolore così profondo che non si può curare”. In quel momento, incrociando lo sguardo del bambino, la dottoressa si sente “impotente e devastata da tanta sofferenza”. Insieme ai colleghi medici del Cervello la Ajovolasit è soddisfatta per come sono riusciti a salvare il piccolo, “ma non la sua esistenza”.

Quel messaggio sul Natale

“E allora questo deve farci riflettere sui veri valori, sulla bellezza della famiglia, sulla ricchezza dell’amore, sulla fortuna della salute, cose che spesso diamo per scontate, ma che la vita ci insegna che non sempre lo sono”, conclude la dottoressa.


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