Palermo, il commercialista e la vigilessa: dubbi sull'omicidio-suicidio

Il commercialista e la vigilessa morti, dubbi sull’ipotesi omicidio-suicidio

Pietro Delia e Laura Lupo
Le anomalie su cui indagano i pm e il Ris

PALERMO – È trascorso un anno dalla tragedia di via Notarbartolo. Un anno di indagini senza raggiungere la certezza che si sia trattato di un omicidio-suicidio. A maggio 2024 furono trovati i corpi di una coppia di coniugi palermitani, il commercialista Pietro Delia e l’agente della polizia municipale Laura Lupo. Fino a pochi giorni fa i carabinieri del Ris sono tornati nell’appartamento e non solo. L’inchiesta non è stata chiusa.

I corpi di Pietro Delia e Laura Lupo

I corpi erano riversi per terra in cucina. L’uomo, 66 anni, aveva più fori al torace e all’addome. La donna, 62 anni, aveva due ferite alla testa. Stringeva la pistola in mano. Nella casa al civico 49, teatro del delitto collocato tra le 6:30 e le 7, non c’erano segni di effrazione nella porta di ingresso. Accanto ai corpi riversi per terra c’erano sei bossoli di calibro 9.

È stata la figlia della coppia a lanciare l’allarme intorno alle 10 del mattino. Non riusciva ad entrare in casa. Si è stranita perché aveva un appuntamento con il padre per una faccenda di lavoro. In casa non c’erano segni di una lite. I carabinieri non hanno trovato alcun biglietto che anticipasse il gesto. Nulla nel comportamento della donna aveva lasciato presagire un simile epilogo. C’era un malessere, però, nella coppia, tornata a vivere insieme dopo un periodo di separazione.

I dubbi di chi indaga

La Procura di Palermo non ha ancora archiviato l’inchiesta e gli esperti della scientifica sono sempre a caccia di reperti sulla scena del crimine. Ci sono alcune anomalie. Da una ricostruzione sembrerebbe che l’uomo avesse tentato di scappare. Perché allora i colpi non lo hanno raggiunto alle spalle?

La donna aveva due ferite, una al collo e una alla testa. Come se non fosse riuscita nell’intento di togliersi la vita con il primo colpo. Prima si sarebbe ferita al collo e successivamente avrebbe mirato alla testa. E poi quella pistola ancora in mano della donna. Una circostanza che alimenta i dubbi.


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