Il 19 marzo, per la festa del papà, un vescovo cattolico del Kazakistan ha pensato bene – senza sottilizzare troppo sugli accenti – di fare un bel regalo al papa: una articolata e dotta trattazione sulla questione teologica se un pontefice possa essere deposto per eresia. Non appena diffuso dall’autore, monsignor Athanasius Schneider (vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Santa Maria ad Astana), il testo è stato prontamente rilanciato dai siti degli ambienti cattolici più conservatori (ad esempio lo si trova in www.corrispondenzaromana.it ). Leggerlo direttamente procura un godimento incomparabile; a riassumerlo si rischia di passare per matti. Comunque, grosso modo, il succo è questo.
Secondo questa erudita e documentata trattazione siamo in uno di quei tristissimi periodi della storia in cui sulla cattedra di san Pietro siede un eretico palese: permette che alcune chiese locali ammettano “alla Sacra Comunione in casi singolari e eccezionali adulteri sessualmente attivi (che convivono nelle cosiddette ‘unioni irregolari’”; contesta la legittimità della pena di morte; arriva a scrivere (nella recentissima Dichiarazione di Abu Dhabi del 4 febbraio) che “la diversità delle religioni corrisponde alla sapiente volontà di Dio” (e non è opera del Diavolo).
Ciò posto, che fare con papa Francesco?
Il povero vescovo tedesco, missionario in Asia, è davanti a un bivio davvero imbarazzante. Da una parte sarebbe tentato di affermare che cardinali e vescovi lo potrebbero destituire; ma, se così avvenisse, dove andrebbero a finire il primato papale, la sua insindacabilità, la sua inamovibilità? Insomma, paradossalmente, se si rimandasse questo papa in Argentina si darebbe un segnale di eccessiva democrazia, laddove la santa Chiesa cattolica apostolica romana è verticistica e tale deve restare.
Allora non resta che un’alternativa: tenersi questo papa, pregare per lui, fare manifestazioni pacifiche in tutto il mondo per riaffermare che la sacra dottrina non si deve toccare neppure per una virgola, aspettando che “un intervento della Divina Provvidenza” risolva la tragedia in cui siamo immersi. Spetterà poi al papa successivo, aggiunge monsignor Schneider, dichiarare eretico questo papa: come nel IX secolo fece papa Agatone con il suo deplorevole predecessore Onorio I (che, sia detto per inciso, aveva meritato la scomunica post mortem per aver addirittura osato affermare che Gesù avesse una sola volontà e non due distinte). In fondo, i papi passano e la Chiesa cattolica resta: “la croce di un papa eretico” va sopportata, anche perché – data l’età anagrafica media di un papa – è solitamente “di durata limitata”. “Nel caso di un padre criminale o mostruoso, i bambini devono ritirarsi da lui o evitarne il contatto. Tuttavia, non possono dire: ‘eleggeremo un nuovo e buon padre per la nostra famiglia’. Sarebbe contrario al buon senso e alla natura. Lo stesso principio dovrebbe essere applicabile quindi alla questione del deporre un papa eretico. Il papa non può essere deposto da nessuno; solo Dio può intervenire e lo farà a suo tempo”.
Per gli ammiratori di papa Bergoglio non resta che sperare che in Vaticano egli trovi facilmente qualche pezzo di ferro da toccare.