Il generale Antonio Pappalardo e la lista del Melograno sono fuori dalle elezioni amministrative. Respinto il ricorso presentato contro l’esclusione dovuta al ritardo nella presentazione delle liste, Pappalardo prende atto a modo suo della situazione e in un comunicato stampa denuncia: “L’estromissione della lista del Movimento civico Il Melograno-Mediterraneo, per cavilli burocratici, mira in realtà a escludere un progetto di risanamento morale ed economico della Città”. Secondo Pappalardo, l’idea di un “Sindaco di ferro” avrebbe “fatto paura alle ben note lobby di potere e a questa classe dirigente politica, che sta dissanguando l’Italia”.
“Come cristiano e come uomo delle Istituzioni – aggiunge Pappalardo -, preoccupato del bene pubblico, accolgo l’invito della Chiesa di Palermo e di molti Palermitani di convergere verso intese che possano portare all’elezione di un Sindaco, che rappresenti pienamente gli innumerevoli e complessi interessi cittadini; in una unione di intenti e programmi comuni condivisi, al di là di ogni steccato ideologico o di parte, al fine di servire il bene pubblico con uno spirito di servizio, sconosciuto nelle segreterie dei partiti tradizionali”.
Il Melograno quindi adesso dovrà scegliere su quale candidato rimasto in corsa puntare. L’identikit è stilato nello stesso comunicato di Pappalardo: il candidato, tra l’altro, “deve essere profondo conoscitore delle problematiche di Palermo”, “deve essersi distinto per impegno costante contro l’attuale regime dei partiti” e “deve avere il pugno di ferro contro la mafia e contro l’attuale sistema politico”.
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