VILLABATE (PALERMO) – Un ragazzo parte per l’Afghanistan, facendo il lavoro che ha scelto per sé stesso, e un giorno a casa sua, a Villabate, in provincia di Palermo, arriva quel tipo di chiamata che nessun genitore vorrebbe mai ricevere. Vincenzo Fontana è stato coinvolto stamattina in un’attentato rivendicato da matrice talebana nei pressi di Farah, una delle zone più calde dell’area monitorata dal contingente italiano. Insieme al primo caporal maggiore di Villabate, l’esplosione ha colpito il compagno di reggimento Marco Millocca, caporal maggiore scelto di Trapani.
Tutt’e due siciliani, tutt’e due bersaglieri, di stanza al 6° reggimento di Trapani: “Grazie a Dio i ragazzi stanno bene”. La frase è pronunciata dal papà di Vincenzo, al termine di una lunga giornata disseminata di chiamate e pressione mediatica: “Una giornata così porta solo stanchezza”, dice Fontana, che però ha i pensieri concentrati sul figlio: “Grazie a Dio mio figlio sta bene, è tutto quello che conta”. La bomba è esplosa durante il passaggio del blindato in cui si trovavano i due bersaglieri, ferendo in modo non grave entrambi: “Ho sentito Vincenzo 6 o 7 volte oggi: tanta paura, ma sta bene. È questa la cosa che ci conforta”. Vincenzo e Marco adesso sono ricoverati all’ospedale da campo della base italiana di Camp Arena, ad Herat: le schegge dovute all’esplosione del led hanno provocato contusioni e ferite, ma “i ragazzi stanno bene”.