CATANIA – Regole certe e condivise da tutti. Per non rischiare di fare del partito un autobus. A parlare è Concetta Raia, deputata regionale del Pd che, neanche a dirlo, sarebbe l’autobus, o lo starebbe per diventare. L’argomento, ovviamente, è l’ingresso di Articolo 4 nella compagine democratica, annunciato da LivesiciliaCatania e ufficializzato la scorsa settimana, nel corso di una grande festa – dibattito-convention alle Ciminiere. Qui, venerdì scorso, la deputata regionale non si è fatta vedere. “Per problemi personali” – spiega pur non nascondendo un certo imbarazzo.
“Io non potevo essere presente quel giorno – aggiunge la Raia, pur ammettendo di aver bisogno di tempo. “Solo per capire alcune cose”. Nessuno strappo, dunque, ma tempo per comprendere. “C’è una discussione in atto – continua – anzi, ormai è un dato di fatto, visto che l’ingresso di Articolo 4 è stato sancito dal Pd nazionale e, a cascata, dal regionale e da quello cittadino. Certamente, il partito a livello territoriale, a mio avviso, ora deve capire come procedere, perché l’organizzazione che si sta dando è ancora più ampia e serve capire come agire”.
Prevede complicazioni, la deputata regionale, soprattutto in assenza di regole certe, quelle che definisce “paletti”, necessari per evitare al Pd l’effetto autobus, appunto, di grande aggregatore e basta. E, da questo punto di vista, critica velatamente le parole del segretario regionale che avrebbe parlato di porte aperte se si accetta il codice etico.
“Le porte aperte a tutti, fino a un certo punto – sottolinea la deputata. Va bene il codice etico, certamente, vanno bene gli aspetti morali, che ritengo fondamentali, ma bisogna condividere idee e progetti del Partito democratico. Solo così si può fare perte di un unico soggetto. Chi non sposa idee e progetti del Pd a mio avviso non potrebbe, non dovrebbe farne parte”.
Puntare sul territorio, sulle richieste e sui bisogno della base, le cose importanti per la Raia. E mettere paletti rigidi. “Anche perché – afferma – un partito così grande, come lo sta delineando e volendo Renzi, necessariamente ha bisogno di regole e principi fissi e inderogabili. A questo punto, credo che Articolo 4 condivida le idee del Pd, anche perché loro hanno sostenuto alcuni candidati dentro il Pd anche alle elezioni europee”.
Un percorso, l’ingresso di nuovi soggetti nel Pd, che ha avuto la benedizione del partito nazionale ma che preoccupa non poco l’esponente democratica, in particolare per le implicazioni future. “La questione – dice – è cosa deve essere il Pd nei prossimi anni, nel prossimo futuro. Un partito aperto con la condivisione di un progetto e delle idee, o no. Cammin facendo si vedranno quali discussioni ci saranno all’interno, perché ci saranno sicuramente, dato che il partito sta mettendo dentro tante soggettività. Ed è chiaro che dove ci sono confronti possono esserci anche scontri, di ideali, ideologici ma anche pratici”.
E non nasconde affatto che, di fronte a una situazione simile, possano nascere incomprensioni. “È il lavoro più complicato, questo, la sintesi. Ci stiamo complicando un poì più la vita, per raggiungere obiettivamente risultati più grossi. Certo, il percorso si è complicato un po’: il movimento Articolo 4 e il Pd hanno bisogno di tempo per trovare il consenso sul territorio. E questo non può essere ottenuto con una bacchetta magica ma attraverso un percorso condiviso. C’è tanto lavoro da fare. La parte quella storica, che ha fondato il Pd deve trovare unità. Solo così si può arrivare al grande partito. Certo, non tutti sono d’accordo hanno accettato e accettano questa imposizione dall’alto. Io stessa sono dispiaciuta che il territorio non venga ascoltato e valorizzato. Detto questo, dobbiamo fare in modo che questo partito non si snaturi del tutto. Lavoreremo per integrarlo e per cercare di non distruggerlo e di non deludere la base. Capisco i mal di pancia – conclude – anche io ne ho, ma il lavoro va fatto”.