PALERMO – “Stiamo ritornando al medioevo della ragione, il pericolo è quello di venire fagocitati da un revisionismo che spacca il fronte dell’antimafia in Sicilia. Ieri è toccato a Peppino e Felicia Impastato, oggi a Lia Pipitone. Una terra che rinnega i suoi figli più belli è una terra malata e preoccupante. I loro nomi mettono a disagio solo chi non ha rispetto della memoria. Noi, invece, continueremo sempre a dare il nostro contributo, a partire dall’impegno nelle scuole, accanto alle nuove generazioni”. Così Mari Albanese, componente dell’assemblea nazionale del Pd e responsabile del dipartimento regionale Antimafia dei Dem in Sicilia, che commenta la notizia della negata apposizione di una targa in ricordo di Lia Pipitone, la figlia del boss dell’Arenella uccisa nel 1983, che Libera voleva posizionare sul luogo dell’omicidio, ma trovando l’opposizione del proprietario dell’immobile, ma anche dell’opposizione da parte degli studenti dell’istituto di Partinico, che non vogliono che la scuola venga intitolata a Peppino Impastato.
Non è stato possibile apporre una targa in ricordo della di figlia del boss uccisa nel 1983
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