PALERMO – Palermo guarda già alle prossime elezioni. A due dall’appuntamento con le urne, la politica del capoluogo siciliano è in fermento: Leoluca Orlando non potrà ricandidarsi e i partiti iniziano a immaginare percorsi e strategie per conquistare la poltrona più importante di Palazzo delle Aquile. Livesicilia inizia oggi un ciclo di interviste con i rappresentanti di partiti e movimenti per capire come le forze politiche si preparano alla prossima sfida: è la volta di Rosario Filoramo, segretario provinciale “in pectore” dei democratici di Palermo e veterano di Sala delle Lapidi.
Il Partito Democratico a livello nazionale sembra godere di ottima salute, almeno stando ai sondaggi. E a Palermo?
“Anche qui stiamo lavorando molto bene. Abbiamo avviato una lunga fase congressuale che è stata occasione di ascolto dei territori, oltre le dinamiche di partito: raccogliere i racconti delle comunità per sintetizzarne bisogni e spinte evolutive è sempre utile. La fase congressuale, come era inevitabile, ha risentito dei limiti imposti dalla pandemia: abbiamo tenuto 19 congressi di circolo in vari comuni della provincia, coinvolgendo oltre mille iscritti. Un lavoro certosino ma fatto da remoto tramite l’applicazione Zoom, il che ci ha fatto incontrare più di una difficoltà di connessione, specie per alcuni centri: quello dell’eliminazione del divario digitale è un tema che adesso sta emergendo in modo prepotente e che il Pd si intesterà. Abbiamo eletto quindi 19 segretari unitari e altrettanti direttivi unitari, il candidato a segretario provinciale è unitario, così come quello regionale. Insomma, stiamo facendo un grande sforzo per uscire dalla stagione del correntismo e puntare sulla valorizzazione dell’elemento della coesione. Abbiamo differenze fra noi che sono una ricchezza, ma i valori che ci uniscono sono più forti”.
E terminata la stagione congressuale?
“A quel punto l’assemblea sarà eletta e convocata per eleggere a metà luglio il segretario provinciale, anche se il commissario siciliano, Alberto Losacco, da aprile ha autorizzato i candidati unitari nelle province a guidare il partito in questa fase transitoria. Questa è la vita sana della rappresentanza all’interno di un partito, ma la stagione congressuale non e’ che uno snodo per il Pd che resta una forza attiva nel quotidiano, nel civismo, nei valori, nelle battaglie”.
Che ruolo immagina per il Pd a Palermo e in provincia?
“In questi mesi mi sono confrontato dentro e fuori il partito: a Partinico, tanto per fare un esempio, non c’erano solo i nostri iscritti ma anche i partiti di sinistra, associazioni e varie realtà locali. La richiesta di costruire un Pd forte è venuta anche da loro, che ne hanno riconosciuto la centralità nell’offerta politica italiana. Ad oggi siamo l’unica forza politica in grado di avanzare proposte frutto di un dibattito interno; non ci affidiamo ai leader come Salvini, Meloni o Di Maio. Zingaretti domani mattina potrebbe essere sostituito, ma il Pd rimarrebbe quel che è, proprio perché siamo un partito. Ovviamente dobbiamo mettere a frutto questa fiducia e misurarci negli appuntamenti elettorali con candidati e liste all’altezza. Il nostro obiettivo deve essere presentare un’offerta politica in tutti i comuni della provincia”.
A ottobre si vota in diversi comuni del Palermitano come Termini Imerese, Misilmeri o Carini…
“Lì dove abbiamo dei sindaci uscenti, come Carini e Misilmeri, li ricandideremo; altrove gli organismi locali di partito e l’unione provinciale individueranno candidature forti e autorevoli”.
Niente primarie?
“E’ una valutazione che faremo appena avremo formalizzato gli organismi locali, anche se io non sono innamorato delle primarie. Le faremo se servono, ma se riusciremo a fare ottime sintesi nella coalizione non ce ne sarà bisogno. Poi ha senso farle un anno prima del voto, non ad agosto”.
L’appuntamento elettorale più importante resta però quello del comune di Palermo, nel 2022. Che coalizione immagina fra due anni? La stessa del 2017?
“Noi abbiamo la necessità di creare un grande schieramento di tutte le forze progressiste presenti in città e dobbiamo chiedere a tutti un atto di generosità: nessuno accampi diritti di primogenitura o pensi di legare le sorti della coalizione al proprio destino personale. Serve un clima di condivisione all’interno del Pd e nella coalizione, perché è chiaro che quella del 2022 sarà un’elezione storica: non solo mancherà la figura del sindaco uscente, ma dopo 30 anni Leoluca Orlando non sarà più ‘il’ protagonista”.
Quindi immagina una coalizione formata da Sinistra Comune, Pd e Italia Viva…
“Le cose in politica cambiano rapidamente e tutte le forze politiche che si riconoscono nei valori della solidarietà, della libertà e del progresso devono fare fronte comune. Ma invitiamo tutte le forze a mettersi in gioco, anche quelle non abituate a contaminarsi”.
Si riferisce al Movimento cinque stelle?
“Sì, anche”.
In pratica una coalizione simile a quella che governa a Roma, più la sinistra…
“Sarebbe una coalizione vincente e quindi mi auguro che ci si riesca, ma immagino anche il coinvolgimento di altre forze associative. Le elezioni amministrative hanno sempre un contenuto di civismo. Nessuno resti a casa, Palermo è di tutti”.
Quali saranno secondo lei i principali temi della campagna elettorale?
“Il Pd a Palermo lancia una grande scommessa: bisogna partire dal Piano strategico della Città metropolitana. Dobbiamo chiudere con la stagione dei campanilismi, Palermo deve fare rete con tutti i comuni dell’area metropolitana, dal più grande al più piccolo. Il piano strategico sarà scritto e approvato nei prossimi mesi dagli organismi della ex Provincia e individuerà la strategia di sviluppo del futuro: dobbiamo essere una città solo di cultura? O la cultura è solo una tessera di un mosaico più ampio che comprende anche altro, come l’industria che va sviluppata anche in provincia? Non è possibile che oggi non si sappia dove portare le frazioni di raccolta differenziata: abbiamo 14 centri di raccolta, ma spesso per problemi di quantità non riusciamo neanche a riutilizzare o vendere questi rifiuti. Potremmo quindi immaginare piattaforme su base metropolitana di raccolta e trasformazione dedicate alla plastica, alla carta o ai rifiuti elettronici? E ancora la portualità che va intesa e gestita a livello provinciale e interprovinciale: da Termini Imerese a Mazara del Vallo ci sono quattro grandi porti, passando per Palermo e Trapani, che dovrebbero lavorare in sinergia. Stessa cosa vale per gli aeroporti di Punta Raisi e Birgi, seguendo la dorsale della rete autostradale. La tutela dell’ambiente o dell’acqua hanno bisogno di una regia complessiva e ci sono tanti altri esempi. Dobbiamo far discutere i palermitani della città che sarà, non di quella che è stata”
Come candidato sindaco chi preferirebbe? Un tecnico o un politico?
“Sono per la supremazia della politica. Poi se il tecnico è anche un bravo politico, perché no”.
Uomo o donna?
“Donna o uomo, conterà la persona”.
Va bene, su questo glissiamo. Ma Orlando?
“Ho letto un’intervista, qualche mese fa, in cui una persona che stimo ha lanciato una provocazione: Orlando farà di tutto per far perdere il centrosinistra nel 2022 e far eleggere un pessimo sindaco della Lega, così da farsi rimpiangere. Ovviamente una provocazione che però non rende giustizia a Orlando, anzi mi auguro che il sindaco sia molto generoso nei confronti di questa città e dia un importante contributo che allarghi lo schieramento. La sua esperienza politica è stata importante in questi anni, per questo penso che quella profezia sia sbagliata”.
A Palermo farete le primarie?
“Se sarà necessario le faremo ma per tempo, quindi almeno un anno prima”.
Il Pd si presenterà col suo simbolo?
“Il Pd sarà la forza politica centrale della coalizione: il nostro Pd non rinuncerà a presentare la lista col simbolo. Saremo centrali e orgogliosi della nostra storia”.