PALERMO – Mettere piede al Barbera per il Milan non è mai stato facile. I rossoneri, sin dal primo anno di Serie A del Palermo targato Zamparini, hanno faticato ad uscire indenni dalle mura nemiche, riuscendo solo due volte a portare a casa l’intera posta in gioco. Nelle restanti sfide, invece, sono stati i rosa ad imporsi con vittorie di prestigio. Che a regalare i successi contro i diciotto volte campioni d’Italia siano stati i bomber come Miccoli o i gregari come Miglliaccio cambia poco, all’interno di una storia che vede il Palermo quasi mai sconfitto dal Diavolo. per far crollare il fortino del Barbera ci sono voluti i gol di Inzaghi e Shevchenko nel 2006 e lo strapotere di Ibrahimovic nel 2012, ma restano due episodi isolati in mezzo ad una serie di successi.
Nemmeno nell’anno della retrocessione il Palermo ha concesso tre punti al Milan. Un pareggio pieno di rammarico, quel 2-2 finale, riacciuffato in rimonta dalla squadra di Allegri dopo l’iniziale 2-0. Rimpianti anche per il primo Palermo-Milan dal ritorno in massima serie, quello ella stagione 2004/05: uno 0-0 ricco di emozioni, con un sinistro di Morrone deviato miracolosamente in angolo da Dida ad illudere un’intera tifoseria. È ancora un pari nel 2007, nello scontro diretto per il quarto posto valido per la Champions League. Tra una traversa colpita da Ronaldo e l’esordio in rosa di Matusiak, però, quella partita consegnò al campionato una sola certezza. Quella di aver perso il Palermo spettacolare di inizio stagione.
La prima vittoria casalinga contro i rossoneri è targata Fabrizio Miccoli. Il Palermo di Colantuono disputa una delle sfide più agoniche della sua storia, andando in svantaggio e rischiando a più riprese la rete del raddoppio. Per raggiungere il pari serve il solito volo d’angelo di Amauri, che controlla un pallone impossibile e lo serve a Diana. Per la vittoria, invece, ci vuole il colpo di genio: una punizione del fantasista salentino trafigge la barriera e batte un Kalac non proprio incolpevole per regalare al 93’ una delle poche gioie di quella stagione al Barbera. Miccoli si ripeterà l’anno dopo, aprendo le marcature del 3-1 con un destro dal limite, mentre in quello successivo chiuderà la partita col medesimo risultato, realizzando la rete della tranquillità ad un quarto d’ora dal 2-1 di Seedorf.
L’ultima vittoria casalinga del Palermo contro il Milan porta due firme non certo illustri. In panchina c’è Serse Cosmi e ad impattare col pallone per il gol decisivo è Dorin Goian. Prima e unica vittoria in rosanero per il tecnico perugino, prima e unica marcatura per il centrale rumeno, alla sua ultima stagione in Serie A. Un Palermo in crisi contro un Milan in corsa solitaria per lo scudetto, partita dal pronostico ampiamente scritto ma che viene clamorosamente ribaltato da due fattori: la difesa a tre di Cosmi opposta agli esterni col piede invertito del Milan e l’atavica distrazione dei rossoneri nelle marcature su calcio da fermo. Goian ne approfitta e regala l’unico sorriso a Serse Cosmi nella sua brevissima avventura palermitana.
Le vittorie più importanti, però, non arrivano in campionato. È la Coppa Italia a rendere Palermo-Milan una sfida da grandi occasioni, e soprattutto a dare ai rosa due successi storici. Nel 2006 il freddo benvenuto a Papadopulo si trasforma in un trionfo, grazie all’intuizione del tecnico toscano di inserire l’argentino Mariano Gonzalez tra le linee di centrocampo e attacco. Un 3-0 senza storia che sovvertì l’1-0 di San Siro e regalò al Palermo la terza semifinale della sua storia, persa contro la Roma. La quarta semifinale, invece, permette al club di viale del Fante di raggiungere il punto più alto della sua storia. Davanti c’è ancora il Milan e all’andata finì 2-2 a San Siro. Un colpo di testa di Migliaccio e un rigore di Cesare Bovo permettono a Palermo di staccare quarantamila biglietti in direzione Roma. Una delle serate più belle della storia rosanero, forse la più bella dell’era Zamparini, insieme a quella della prima promozione in A. Emozioni e ricordi che non apparterranno certo ad un Palermo-Milan di metà stagione, con due squadre a metà classifica, ma che danno prestigio ad una sfida divenuta fin troppo insipida.