Pestato a sangue per un rimprovero| “L’aggressore vuole chiedere scusa”

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29 Novembre 2018, 16:17

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PALERMO – Sul tappeto quella macchia di sangue non vuole andare via. E’ ancora rossa, viva come la paura arrivata all’improvviso lunedì pomeriggio, quando è esplosa la violenza. Una furia che ha reso necessario il trasporto d’urgenza in ospedale per un 41enne, portiere del palazzo al civico 19/c di via Isidoro La Lumia, massacrato di botte e trovato sanguinante dai residenti che hanno lanciato l’allarme.

A picchiarlo, un giovane pregiudicato palermitano che quel giorno stava facendo volantinaggio e attaccando alcune locandine per strada. Il ragazzo, in base a quanto la vittima ha raccontato ai carabinieri, avrebbe gettato dei volantini per terra e, una volta rimproverato dal portiere, lo avrebbe scaraventato per terra. Poi avrebbe sferrato calci e pugni, colpendolo al volto e alle spalle.

A sostituire Mirco, il portiere che è stato ricoverato al Civico, è da tre giorni Mario Nicosia. E’ lui a mostrare quel tappeto sporco, ancora intriso di sangue: “Poteva andare peggio, molto peggio – dice -. Il mio collega ha rischiato di battere la testa qui sul muro, si è sfiorata la tragedia. Arrivare a certi livelli è disumano, siamo davvero tutti sconvolti”

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Un episodio gravissimo, quello avvenuto nel salotto della città, a pochi metri dal Teatro Politeama, per il quale è finito in arresto un 25enne, adesso ai domiciliari per lesioni aggravate. Il ragazzo vorrebbe adesso chiedere scusa al portiere: “Stamattina è venuta qui la sorella, una ragazza che cercava Mirco – spiega Nicosia -. Le ho detto che lui non è ancora tornato perché non sta bene. Mi ha riferito che il fratello è dispiaciuto, che vorrebbe scusarsi, che ha reagito in un momento di rabbia. Qui siamo tutti increduli, non si era mai verificata una cosa simile. A quanto pare, dopo essere stato rimproverato dal mio collega questo giovane si era allontanato. Poi è tornato e avrebbe preso vita una discussione accesa, seguita dall’aggressione”.

Sotto choc anche chi da tempo conosce la vittima, dai commercianti della zona a chi abita nello stabile che si trova accanto al noto pub “Berlin”. “Quando sono tornato a casa – dice un residente – ho visto i carabinieri davanti al portone, l’ambulanza era già andata via. Non riuscivo a credere a quello che mi hanno raccontato, una vicenda assurda. Mirco lavora qui ormai da quattro anni, ha cominciato ad occuparsi della portineria dopo la morte del suocero, è sempre stata una persona pacifica. Chi l’ha preso di mira ha agito con una violenza incredibile, ci hanno detto che è stato trovato in una pozza di sangue”.

Le scuse non servono – commenta una donna che abita nel palazzo -. Questo giovane dovrebbe anzitutto chiedere perdono a se stesso, per ciò che ha fatto ad un padre di famiglia, mettendo in pericolo la sua vita”. “Mirco se l’è vista davvero brutta – conclude il titolare di un negozio della zona – e non è possibile rischiare la pelle per un rimprovero. Non esistono più limiti, né rispetto. Per questo di fronte ad atti di pura violenza e menefreghismo come questo, non sono concepibili scuse o giustificazioni”.

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29 Novembre 2018, 16:17

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