PALERMO – Non si può escludere che Pino Maniaci “si sia limitato ad essere particolarmente insistente, persino molesto” quando chiese la sponsorizzazione di alcune magliette per Telejato. L’estorsione, però, è altra cosa.
Così sostiene il giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello che ha revocato il divieto di dimora fuori dalla Sicilia imposto al giornalista. Il gip va contro il Tribunale del Riesame che aveva allontanato Maniaci da Partinico e dà ragione agli avvocati Bartolomeo Parrino e Antonio Ingroia “sia sotto il profilo gravemente indiziario che su quello della tutela preventiva”.
Insomma, i “dati probatori” fin qui raccolti dai pubblici ministeri vanno approfonditi, “ma certamente il quadro indiziario risulta indebolito” alla luce dell’interrogatorio nel corso del quale Maniaci, il 20 ottobre scorso, si è difeso dalle accuse. E poi sulla richiesta di misura cautelare pesa, secondo Aiello, la mancanza di attualità. Una legge di aprile 2015 ha stabilito che il pericolo di reiterazione dei reati debba essere concreto e attuale. Le ipotesi di estorsione contestate al direttore di Telejato sarebbero stata consumate nel 2013. Tre anni, sostiene il giudice, sono troppi per giustificare il divieto di dimora.
Secondo i pm Annamaria Picozzi, Amelia Luise, Roberto e Francesco Del Bene, Maniaci avrebbe preteso denaro e favori dai sindaci di Borgetto e Partinico minacciando che se non avessero pagato sarebbero stati presi di mira dall’emittente. La misura cautelare era stata decisa perché Maniaci avrebbe ottenuto, con la forza dell’intimidazione, la sponsorizzazione delle magliette (circa duemila euro) e il pagamento di tre mesi d’affitto dall’assessore di Borgetto, Gioacchino Polizzi.
Ecco le parole che Polizzi diceva al sindaco Giuseppe Davì: “… tu con Telejato mi ci hai fatto convivere, mi ci hai fatto fare le magliettine, mi hai fatto dare la casa gratis, appena lui si permette a fare, tu glielo puoi dire, io vi distruggo a te e a lui pure e pio glielo dico io chi è che ha i parenti mafiosi… io non voglio essere disturbato da nessuno, ti chiami Telejato che è amico tuo… la mafia quando andava a lui non è mafia? Ma lui vuole consumare a me? Io non ne ho rapporti con queste persone, lui faceva le estorsioni…”.
Il gip Aiello scrive ora che “la tesi sostenute dall’imputato”, secondo il quale il risentimento di Polizzi deriverebbe “dalla denuncia divulgata da Maniaci attraverso la sua emittente, deve certamente formare oggetto di approfondimento”. E poi, sottolinea il giudice, quando Polizzi è stato convocato dai carabinieri ha negato di avere subito minacce e pressioni da Maniaci.