PALERMO – Porto di Palermo. Martedì scorso sbarca un furgone. Targa tedesca, città di Rottweil. Al volante c’è Massimiliano Bellavia, 40 anni, originario del rione Cruillas, ma emigrato da qualche anno in Germania, dove fa il cuoco nel ristorante di cui è pure socio.
Scatta il controllo dei finanzieri del Gruppo di Palermo. Sotto il sedile del passeggero trovano una pistola calibro 357 magnum. Con la matricola abrasa. Nel sedile lato guida ci sono 250 cartucce. Bellavia cade dalle nuvole. Dice che non sa nulla né della pistola, né delle munizioni. Azzarda addirittura che qualcuno posa averli messi in macchina a sua insaputa. Potrebbe essere accaduto durante una sosta lungo il tragitto in Svizzera, oppure in nave. Il furgone, però, non mostra segni di effrazione.
Nel suo racconto aggiunge di essere tornato a Palermo per partecipare al matrimonio di una parente. E perché, invece di prendere un aereo, ha preferito un lungo viaggio gommato? Anche su questo ha una risposta: ha intenzione di rientrare in Germania con la famiglia al seguito.
Bellavia è davvero solo un cuoco emigrato in terra tedesca per cercare fortuna? Attorno al personaggio regna il silenzio. Gli investigatori, però, starebbero ipotizzando un suo ruolo in loschi affari. Affari di droga. In realtà sarebbe più di un’ipotesi. Il che fa presupporre che le indagini siano molto più avanti di quanto finora emerso. La posizione di Bellavia è passata al vaglio del giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Sala che ha convalidato il fermo disposto dal pubblico ministero Maurizio Agnello. Non si sa ancora, però, quale misura cautelare abbia applicato.