PALERMO – Due anni e mezzo fa l’hanno chiamato. “Ho fatto una scelta al servizio del Paese”, dice lui, e in effetti il contesto era innegabilmente quello: un momento di transizione, con l’Italia sotto l’attacco dei mercati, e la proposta di andare a rivestire un ruolo-chiave, quello di Garante della Concorrenza e del Mercato. E allora Giovanni Pitruzzella, fino ad allora uno dei più noti avvocati italiani, ha fatto la sua scelta: “Ho lasciato tutto – dice a LiveSicilia – e ho messo le mie competenze al servizio dell’Antitrust”.
Oggi, quindi, non ha altri incarichi al di là dell’Antitrust?
“Nessun altro incarico. Da novembre 2011, quando mi hanno scelto per guidare l’Autorità, ho interrotto l’attività libero-professionale, ho rinunciato a tutti gli incarichi precedenti e mi sono pure collocato fuori ruolo dall’università”.
Una decisione che, immagino, ha inciso anche sul suo reddito. Fino a qualche anno fa era il primo contribuente palermitano.
“Il mio reddito si è ridotto di cinque volte. Sono uno dei pochi ad aver fatto una scelta chiara, di massima trasparenza. E la rivendico, perché – ribadisco – è una scelta che ho fatto nell’interesse pubblico. Per puro spirito di servizio, in un momento di difficoltà. E le dico di più, se me lo consente”.
Prego.
“Se qualcuno facesse millantato credito e spendesse il mio nome, lo denuncerei alla giustizia penale e civile. Nessuno può mettersi sotto il mio ombrello per ottenere visibilità”.
Anche perché il suo ruolo all’Antitrust è delicato.
“Molto delicato. L’Autorità è lo strumento attraverso il quale un piccolissimo Davide può sconfiggere Golia. Parlano le nostre attività recenti: abbiamo sanzionato un grande ex-monopolista come Telecom Italia per 104 milioni di euro, abbiamo fatto interventi sulle compagnie aeree low cost, come ad esempio RyanAir, che nascondevano costi occulti nelle offerte, abbiamo colpito Apple per difendere i consumatori”.
Ecco, Apple mi colpisce. Immagino ci siano forti resistenze quando si colpisce un colosso di queste proporzioni.
“Certamente. Le resistenze sono sempre molto forti. Ma potremmo continuare: nel 2012 siamo intervenuti contro una compagnia farmaceutica che impediva la distribuzione dei farmaci generici. Parliamo di qualcosa che riguarda la salute della gente”.
Capisco. Una scelta di trasparenza, per evitare conflitti di interessi, ma immagino anche una necessità legata al tempo.
“La nostra attività viene svolta a tempo pieno. Operiamo sotto l’ombrello della Commissione europea, abbiamo costanti contatti e confronti con Bruxelles. E poi, ovviamente, è anche una scelta di vita: io ormai faccio la spola fra Roma e Bruxelles, e quindi di fatto a Palermo torno molto di rado”.
Ma quando il suo incarico terminerà tornerà in Sicilia?
“No, le ripeto: la mia è una scelta di vita. Ho deciso di lasciare la Sicilia e non credo che tornerò indietro”.

