PALERMO – Le onde dei migranti che puntano la barra verso le coste dell’Europa portano al loro interno il rischio di un nuovo contagio pandemico. Una malattia che sembrava scomparsa dall’Europa e oggi rischia di propagarsi con una virulenza inaspettata: la poliomielite. Lo scrive a chiare lettere l’Oms, l’organizzazione mondiale della sanitá, braccio operativo delle Nazioni unite, che nei giorni scorsi ha lanciato l’allarme sul poliovirus selvaggio, un ceppo virulento della poliomielite che negli ultimi mesi ha colpito in modo particolare Afghanistan, Camerun, Guinea equatoriale, Etiopia, Nigeria, Pakistan, Somalia e Siria. In questa lista sono presenti molti dei paesi che contribuiscono a incrementare le rotte della speranza verso l’Europa.
Il documento dell’Oms è stato trasmesso al ministero della Salute ed alle autorità regionali. Nel report dell’organizzazione mondiale della sanità c’è scritto che “il 60 per cento dei casi di polio sono il risultato della diffusione incontrollata del virus e ci sono le prove che la trasmissione avviene tra viaggiatori adulti”. Per gli esperti, che tengono sotto costante monitoraggio il fenomeno a partire dall’ottobre del 2013, la stagione 2014 si presenta come un evento straordinario per il rischio della salute pubblica e si ritiene essenziale una risposta globale coordinata. In molti casi, secondo l’Oms, la situazione sarebbe aggravata dai conflitti in corso nei paesi dove il virus si sta propagando – come ad esempio la Siria – per una drastica riduzione del numero di vaccinazioni.
Per un costante monitoraggio della situazione sanitaria in Sicilia, target principale dei flussi migratori via mare, l’Oms ha inviato una task force che lavora a stretto contatto con l’amministrazione regionale per la redazione di un piano di contingenza che dovrà fornire diritti di assistenza medica e sanitaria ai migranti, al personale soccorritore e di primo contatto e alla popolazione indigena. Nessun allarme specifico sulla polio, ma già sono partiti i controlli – proprio sulla base delle indicazioni dell’Oms – effettuati a campione sui migranti sbarcati in Sicilia ed ora ospiti nei centri di accoglienza . “Dai primi risultati – spiegano i medici OMS in missione in Sicilia – non sono stati riscontrati casi di polio selvaggio ma si registra soltanto il cosiddetto virus vaccino. Un dato rassicurante perché dimostra che gran parte del flusso migratorio avrebbe seguito, in precedenza nel proprio paese d’origine, una corretta profilassi”.
Ma è troppo presto per tirare un sospiro di sollievo. Chi arriva in Sicilia spesso non ha con sé documenti di riconoscimento e men che mai certificati che attestino lo stato di salute e la somministrazione di vaccini. In queste condizioni, ricostruire la casistica clinica è un compito al limite dell’impossibile. “Fenomeni migratori così complessi – spiegano i medici del braccio operativo delle Nazioni Unite nel settore medico e sanitario – con uomini, donne e bambini che si sottopongono a viaggi disumani in condizioni di totale promiscuità, mettendo a rischio la propria vita e la propria salute, sono un fattore di criticità per la diffusione dei virus e di ogni altra malattia. Quindi, bisognerà stare molto attenti, ma la Sicilia, oltre ad avere dato prova di grande accoglienza sul piano sociale ed umano, si sta dimostrando molto preparata sul piano professionale e sanitario per gestire situazioni al limite come questa”.
Il modello Sicilia, insomma, questa volta funziona ed è promosso a pieni voti dalla comunità scientifica internazionale. Dopo quasi un mese passato a visitare i centri di accoglienza temporanea, medici e funzionari Oms hanno collaborato con l’assessorato alla salute per realizzare un piano di contingenza sanitaria dedicato ai migranti: sarà una rete di coordinamento con compiti e responsabilità precise per garantire interventi immediati, informazioni certe alle autorità e procedure tempestive per tutelare la salute dei migranti che sono giunti in Sicilia. E sotto costante controllo saranno tenuti i centri di accoglienza temporanea, per realizzare un costante lavoro di esame ambientale.