06 Marzo 2023, 05:01
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CATANIA – Due mesi di tempo e 30mila euro. Il percorso per abbattere il ponte di Ognina continua e arriva alla seconda fermata importante: dopo l’ottenimento dei 15 milioni di euro a fondo perduto per buttare giù il cavalcavia, è arrivato il momento del concorso internazionale per progettare il futuro del borgo marinaro. Il commissario straordinario Piero Mattei, venerdì 3 marzo, ha dato il via libera a una convenzione con l’Università degli Studi di Catania. Il dipartimento di Ingegneria e Architettura (Dicar) dell’ateneo etneo si occuperà di lavorare con il municipio nella preparazione proprio del concorso. Con l’obiettivo di rendere il lungomare di Catania appetibile per le migliori menti dell’architettura e dell’urbanistica mondiali.
Nel documento firmato dal commissario si parla della necessità di ricomporre la “frattura urbanistica che, dal 1962, divide il nucleo originale del Borgo di Ognina dal mare e dal porticciolo”. Quel cavalcavia che permette al lungomare di arrivare a piazza Mancini Battaglia, sovrastando la chiesa e le case e nascondendo il borghetto alla vista dei cittaidini. Senza il Ponte Ulisse, e con la viabilità Rotolo-Ognina finalmente completata dopo decenni di attesa, quella parte di città dovrebbe assumere un volto completamente diverso. Se ci sarà un progetto in grado di pensarlo.
Così, con 30mila euro dei 15 milioni destinati al borgo marinaro dai fondi della Rigenerazione urbana, il Dicar di UniCt contribuirà a “individuare preliminarmente le adeguate indicazioni tecniche, scientifiche, storiche e ambientali finalizzate all’attuazione dell’opera”. Con lo scopo di attirare “progettisti nazionali e internazionali in un confronto aperto” per “contribuire alla salvaguardia del paesaggio e al miglioramento della qualità della vita della collettività”. Perché Ognina e il suo ponte sono un pezzo, nemmeno il più eclatante, di quel rapporto conflittuale che la città di Catania ha con il mare: c’è, ma l’asfalto e il cemento di solito si vedono di più.
Per due mesi (rinnovabili) e 30mila euro, il dipartimento di Ingegneria e Architettura fornirà a Palazzo degli elefanti “supporto tecnico-scientifico”. Dal programma delle riunioni dovranno venire fuori 23 documenti che costituiranno l’ossatura del concorso internazionale: dall’analisi dei vincoli alla mappa della flora e della fauna, passando per l’analisi di barriere architettoniche, viabilità e usi degli spazi pubblici. Sarà messa nero su bianco, insomma, l’evoluzione di Ognina: com’era prima del ponte, com’è diventato dopo. E, soprattutto, come i catanesi hanno cambiato il loro modo di vivere e fermarsi nel quartiere.
Finito tutto questo e preparato il “documento preliminare al bando di progettazione”, in italiano e in inglese, sarà il momento della chiamata alle armi delle archistar. Stavolta, però, non ci dovrebbero essere avveniristici masterplan: non c’è tempo. I lavori dovranno essere finiti entro il 2026.
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06 Marzo 2023, 05:01