PALERMO – Quasi 1.900 posti letto attivi in più. Distribuiti in tutte le Province siciliane, tranne quella di Messina, dove invece scendono. Con un leggero aumento per i privati. Il nuovo piano della rete ospedaliera siciliana è approdato oggi in Commissione Salute all’Ars, e negli stessi minuti approderà in giunta per il “via libera” del governo. Un piano già presentato a dicembre scorso tra le polemiche. Polemiche tali da spingere il presidente della Commissione Pippo DIgiacomo a chiederne il ritiro. Invito raccolto dall’assessore Borsellino. Da lì l’assessorato ha operato un’azione di verifica sui territori. Ha ascoltato addetti ai lavori e parti sociali. Quindi ha stilato il nuovo piano. Che prevede l’attivazione di 1889 posti letto in più rispetto a quelli effettivamente attivi al primo gennaio 2013. Un “aumento” concreto ma un taglio “virtuale”. I posti letto infatti rispecchio alla vecchia programmazione, diminuiscono. “Ma quella programmazione – spiega oggi Lucia Borsellino – non tiene conto dell’attivazione delle terapie intensive, ad esempio. Quei dati, insomma, non sono comparabili”.
I numeri: tutti i posti letto Provincia per Provincia
Ma quali sono i dati? Intanto ecco quelli per provincia. L’aumento maggiore di posti letto si registra all’Asp di Palermo: 401 in più (21 di acuti e 380 di lungodegenti). A seguire, ecco Agrigento che avrà 301 posti letto in più (119 di acuti e 182 post-acuti) e Trapani con 293 posti letto in più (124 acuti e 169 post-acuti). Più contenuti gli aumenti nelle altre Province. A Catania, ad esempio, i posti letto aumentano solo di cento unità, con una riduzione dei posti per acuti (68 in meno e un aumento di post-acuti: 169). Sono 138 i posti letto in più a Caltanissetta (28 acuti, 110 post-acuti), 139 a Ragusa (16 acuti e 124 post-acuti), 106 a Enna (43 acuti e 63 post-acuti), 69 a Siracusa (diminuiscono di 25 unità i posti per acuti, ma aumentano di 94 quelli per i post-acuti). Le “strutture sovra regionali” avranno 34 posti letto in più: 15 per acuti e 19 per lungodegenti. Caso unico tra le Asp siciliane, come detto ,quello di Messina: solo lì, i posti letto scendono. Di 79 unità, dovuti soprattutto ala soppressione di 221 posti letto per acuti, mentre aumentano di 142 quelli per lungodegenti.
Cresce la percentuale dei posti letto “privati”
Come detto, la rimodulazione fa variare leggermente la percentuale dei posti letto tra pubblico e privato. Il pubblico scende dal 75,3% al 73,8% dei posti letto, le case di cura dal 2,3% al 2,5%, mentre i posti letto per i privati crescono dal 22,4% al 23,7%. “Si tratta – ha spiegato l’assessore – di variazioni minime”. Non è dato sapere, al momento, però, come si tradurranno per le singole cliniche private. “Proprio oggi – annuncia però la Borsellino – firmerò un protocollo d’intesa con l’Aiop, per mettere a punto questa rimodulazione”.
Gli ospedali “accorpati”
Ma il piano presentato oggi, oltre alla ridistribuzione dei posti letto prevede una nuova organizzazione dei presìdi. “Non abbiamo chiuso nessun ospedale” commenta il presidente della Commissione Salute all’Ars Pippo Digiacomo, “e siamo stati i primi a presentare una rete di questo tipo. Qualcuno lo spieghi a Zaia”. La nuova organizzazione della rete ospedaliera, come detto, dispone anche l’accorpamento dei presìdi in molti casi nella nuova forma degli “Ospedali riuniti”. In provincia di Agrigento, ad esempio, verranno riuniti in un’inca struttura organizzativa gli ospedali di Sciacca e Ribera, e quelli di Canicattì e Licata. Nella provincia nissena, i vecchi 6 ospedali verranno accorpati in due sole strutture: quelle di “Caltanissetta-San Cataldo e Mussomeli”, e “Mazzarino, Niscemi e Gela”. I 7 presìdi ospedalieri della provincia di Catania verranno accorpati in tre Ospedali riuniti: “Acireale-Giarre”, “Biancavilla-Paternò-Bronte”, “Militello-Caltagirone”. I quattro ospedali della provincia di Enna verranno trasformati in due Ospedali riuniti: “Nicosia-Leonforte” e “Enna-Piazza Armerina”. In provincia di Messina, invece, resteranno “indipendenti” i presìdi di Patti e Taormina, mentre verranno accorpati gli altri cinque in due distinti Ospedali riuniti: “Milazzo-Barcellona-Lipari” e “Sant’Agata-Mistretta”.
In Provincia di Palermo restano come presìdi ospedalieri indipendenti l’ospedale Civico, Villa Sofia-Cervello e il Policlinico. Mentre gli altri quattro ospedali verranno accorpati negli Ospedali riuniti “Partinico-Corleone” e “Petralia-Termini Imerese”. In provincia di Ragusa dei cinque presidi ospedalieri ne resterà uno: quello della città di capoluogo. Gli altri quattro, invece, verranno accorpati in due distinti ospedali riuniti: il “Vittoria-Comiso” e lo “Scicli-Modica”. A Siracusa, dei cinque differenti ospedali ne resteranno autonomi solo tre: quello di Lentini, quello di Augusta e quello di Siracusa. Gli altri due (Noto e Avola) verranno accorpati in un unico ospedale riunito. In provincia di Trapani si passerà, invece, da sette diversi presidi ospedalieri a tre ospedali riuniti: l’accorpamento riguarderà i poli di Trapani, Alcamo e Pantelleria, quelli di Marsala e Salemi e quelli di Mazara del Vallo e Castelvetrano.
Digiacomo e Borsellino: “Siamo i primi in Italia”
Come detto, una prima bozza di Piano era già stata presentata lo scorso dicembre. Quello presentato oggi, però, “è stato completamente ristrutturato – ha spiegato Digiacomo – , riscritto ospedale per ospedale. Un obiettivo raggiunto grazie al fitto confronto con i territori portato avanti dalla commissione in questi mesi: così teniamo conto di tutte le esigenze in una logica di piena partecipazione democratica”.
La rete ospedaliera “popolare” (così l’ha definita il presidente della commissione dell’Ars) dà l’assetto al sistema sanitario per i prossimi tre anni, e sarà operativa tra venti giorni. Con questo piano, gli ospedali siciliani guadagnano poco meno di 2.000 posti letto. “Il nostro lavoro è stato il più ottimale possibile – ha detto la Borsellino –, la rimodulazione che abbiamo pensato va a riequilibrare l’offerta ospedaliera. Sfatiamo la convinzione – ha spiegato l’assessore – che i piccoli ospedali vadano chiusi: anche in quelle realtà si può fare buona sanità”. L’idea, infatti, per Digiacomo, era creare una rete ospedaliera “dinamica, non sclerotizzata”, ma che adesso va testata sul territorio: “E’ chiaro che il piano resta perfettibile. Va applicato, e poi monitorato nel tempo”. Ma, ha assicurato il parlamentare Pd, “non apriremo al mercato delle vacche: il piano è questo, siamo aperti a modifiche tecniche lì dove saranno riscontrati errori”. Un lavoro che ha un vero punto di forza, che è il grande coinvolgimento e il contributo dei territori: “Alla rimodulazione ha lavorato il popolo siciliano – ha detto il presidente della commissione, che in questi mesi si è spostata in lungo e in largo per la Sicilia – : cittadini, comunità scientifiche, sindaci, forze politiche, sindacali e associative. Oggi la Regione, con Lucia Borsellino ha finalmente l’ambizione di diventare un modello”.