CATANIA. “Il Commissario straordinario ha ritenuto di non voler confermarmi, immagino, per carenza di rapporto di fiducia. Ma, ad onor del vero, io non ho mai conosciuto l’attuale Commissario perchè sin da suo insediamento ha evitato di avere un rapporto collaborativo con me”. La storia al capitolo finale in sella ai vertici dell’apparato burocratico dell’ex Provincia (oggi Città Metropolitana), la ripercorre la stessa ex Segretario Francesca Ganci. Ma a detta della diretta interessata sulla sua “defenestrazione” c’è qualcosa che non torna.
Tutto sommato, sta nell’ordine delle cose il fatto di non essere stati riconfermati?
“Devo dire che trovo assolutamente contro legge quello che mi è stato fatto: un Commissario, che è il quinto che si avvicenda dal 2012 ad oggi, che non conferma il proprio Segretario non sta perseguendo un criterio di buona amministrazione”.
E perchè?
“Il Commissario straordinario è un organo tecnico e non politico e non ha alcun programma da raggiungere. Il Segretario generale come figura da continuità all’attività amministrativa dell’Ente: in questo modo si è interrotto tutto e non gioverà, di certo, all’efficienza dell’Ente stesso”.
Io arrivo subito al dunque: sappiamo di una vicenda legata ad una richiesta di finanziamento alla quale Lei si oppose: potrebbe essere scaturito tutto da lì?
“Lei si riferisce alla vicenda dei cosiddetti “soggetti aggregatori”. Una vicenda a dir poco singolare: il Commissario mi riteneva responsabile dell’eventuale perdita di un finanziamento. Cosa che ritengo assolutamente grave e lesiva della mia professionalità”.
Cos’è accaduto esattamente?
“Lo scorso anno, non ricordo se ad agosto o settembre, ricevo una telefonata in ufficio da un certo dottor Berno che chiamava da Roma: mi disse che attendeva da me determinate schede che avrei dovuto compilare. Quando si rese conto del mio stupore, perchè non conoscevo di cosa stessimo parlando, aggiunse: “Ma lei non è la dottoressa Liotta, commissario generale della Città Metropolitana di Catania? Ci siamo conosciuti a Roma”. In quel momento capii che vi fu, non voglio parlare di sostituzione di persona, ma di una ingerenza molto forte da parte del segretario del Comune di Catania che fece un passo avanti ritenendo che la Legge regionale avrebbe automaticamente trasformato il Comune di Catania in Città Metropolitana. Cosa che non è mai accaduta”.
A quanto ammontava questo finanziamento?
“A cosa servirà oggi questo finanziamento, per me è difficile dirlo ma ammontava a circa 200 mila che abbiamo comunque ricevuto perchè ho posto in essere alcune attività per non perderlo. Devo dire che non mi ero occupato di questa pratica perchè avendo parlato con il responsabile dell’Ufficio appalti, avevamo ritenuto di non essere in possesso dei requisiti per poter far parte dei soggetti attuatori”.
Quindi, alla fine, vi siete comunque iscritti.
“Ci siamo ritrovati iscritti e ritrovati anche con un finanziamento”.
Lei mette in relazione la Sua revoca con questo episodio?
“Anche. Di sicuro, c’è qualcosa di poco chiaro che io non riesco a comprendere ma con questa vicenda si tentava di dire che ero inefficiente e che avevo creato un danno: tutto questo traspare da note che mi sono state notificate dal Commissario straordinario”.
Adesso, da parte sua, che accade?
“Con il mio avvocato abbiamo presentato una opposizione alla nomina del nuovo Segretario e, a breve, presenterò anche un ricorso: non perchè io sia particolarmente affezionata alla Città metropolitana. Ma per una questione di giustizia e legalità”.
Per ultimo, a suo avviso, c’è un suggeritore dietro tutta questa vicenda o più semplicemente fa tutto parte dell’ordine delle cose che appartengono alla politica e alla burocrazia?
“Io credo che vi sia un preciso disegno. C’è certamente un suggeritore, se non addirittura più di uno. Vedermi messa alla porta, in un momento in cui non c’erano le condizioni perchè questo accadesse, mi lascia pensare che dietro vi siano degli scenari di carattere politico con più di un suggeritore alle spalle”.