“Non ci sono dubbi: prenderemo Matteo Messina Denaro”. Il dirigente dell’Anticrimine alla Questura di Trapani, Giuseppe Linares, intervistato dal cronista di “S” Riccardo Lo Verso al “Festival della Legalità in Tour”, è certo: “La nostra storia – spiega Linares nel primo dei dibatti in calendario a Castelvetrano – è fatta di successi. Abbiamo catturato tutti i grandi latitanti del Trapanese, se Matteo Messina Denaro è rimasto l’ultimo significa che lo Stato è forte”. Tanto più che il latitante braccato può commettere più errori: “Come tutti – continua Linares – anche lui ne commetterà uno. Ne ha già fatti alcuni negli ultimi tempi, e queste ‘disattenzioni’ ci hanno permesso di arrestare gli uomini a lui più vicini. Di certo, però, la polizia non aspetterà il suo errore per prenderlo: lo cattureremo prima”.
Del resto, quella di Trapani è una mafia diversa, secondo Linares. “Qui – afferma il dirigente dell’Anticrimine – la mafia non fa pagare il pizzo. Alcuni imprenditori, però, diventano di fatto ‘soci’ di Cosa nostra. La loro è più convenienza che connivenza”. Una strategia che fa parte della nuova veste delle cosche proprio all’ombra del latitante di Castelvetrano: “Messina Denaro – chiarisce Linares – è il collegamento fra la mafia antica e quella nuova. È con lui che la mafia è diventata imprenditrice”.
Una mafia imprenditrice che ha fatto della grande distribuzione un suo baluardo. Il caso di Giuseppe Grigoli fa scuola: “La grande distribuzione – prosegue il dirigente della Questura di Trapani – ha un ruolo fondamentale per ripulire i soldi sporchi di Cosa nostra, e qui ha confermato questa sua attitudine”. Per fronteggiarla, quindi, Linares chiede uno sforzo alla politica: “Si deve fare ancora molto per i reati dei colletti bianchi – propone – Di fatto oggi per un traffico di droga la pena è giustamente di vent’anni, ma per un giro di fatture false, quel che tiene in piedi questo sistema, le pene non sono superiori ai sei anni”. Un’ultima battuta, infine, sulle stragi: alla domanda sui possibili depistaggi, Linares si è detto fiducioso sulla lealtà dei corpi dello Stato. “Da investigatore posso dire che purtroppo spesso la pressione per trovare un colpevole può portare a errori. Se ci sono altre responsabilità, comunque, gli investigatori di Caltanissetta, che sono molto abili, le individueranno senz’altro”.
Il dirigente dell'Anticrimine trapanese: "Il latitante commetterà un errore, ma noi lo cattureremo già prima. Depistaggi sulle stragi? Da investigatore posso dire che è facile sbagliare, quando la pressione per trovare un colpevole è forte".
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