Il Comitato Catania Pride: “Contro di noi discriminazione”

Il Comitato Catania Pride: “Contro di noi discriminazione”

Le dichiarazioni forti dei responsabili a seguito dell’evento che si è svolto nei giorni scorsi nella città di Catania
LA NOTA STAMPA
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Catania. “L’incredibile e inspiegabile comportamento della Questura nei confronti dell’evento conclusivo del Catania Pride, a seguito della manifestazione tenutasi nel pomeriggio, presso la discoteca Blu è un attacco inaccettabile e rappresenta un grave atto di repressione e discriminazione”. Inizia così la nota del Comitato Catania Pride.

“Questo episodio dimostra chiaramente come la Questura si stia trasformando in emanazione diretta al servizio di una classe politica violenta e che mira a cancellare i diritti di tutti e tutte”.

Con grande stupore, abbiamo assistito a un enorme dispiegamento di forze dell’ordine durante l’evento, vessatorio e minaccioso, dalla schiera di camionette piene di poliziotti fino alle imbarcazioni della Guardia Costiera pattuglianti il mare, di cui non ci spieghiamo la presenza, dal momento in cui risultano invece assenti in vere situazioni di reale emergenza”.

“Questa mostruosa dimostrazione di potere è completamente sproporzionata e irragionevole per un evento pacifico come la serata del Pride; a maggior ragione, se si vuole sottolineare che i nostri eventi sono sempre stati privi di incidenti e sempre rivolti allo svolgimento sereno della manifestazione”.

“È evidente che la Questura ha messo in atto una discriminazione e una repressione mirate contro il Catania Pride. Mentre agli altri locali della Playa di Catania è stato concesso di continuare le loro attività fino alle ore 6, i partecipanti all’evento del Pride sono stati obbligati a terminare l’evento alle ore 3. Questo trattamento discriminatorio è assolutamente inaccettabile e denota una volontà di reprimere e soffocare l’espressione della comunità LGBTQIA+”.

“Un clima di paura e oppressione”

“La presenza massiccia di agenti di polizia e di unità della Guardia Costiera è stata chiaramente finalizzata a intimidire i partecipanti e a creare un clima di paura e oppressione. Questo atteggiamento autoritario non ha posto in una società democratica, perché sappiamo che mira a sopprimere le nostre voci quando le alziamo per protestare contro le ingiustizie di questo Stato e di questa politica”.

“È evidente che la Questura sta agendo come uno strumento di repressione politica, mettendo in atto tattiche intimidatorie per sminuire l’importanza e l’impatto dell’evento conclusivo del Catania Pride, momento in cui la comunità LGBTQIA+ si riunisce sia per divertirsi ma anche per finanziare lo svolgimento del Catania Pride stesso, e senza il quale si viene a creare un danno proprio alle nostre rivendicazioni. Attaccare l’evento conclusivo significa attaccare proprio il Pride e l’autofinanziamento della nostra manifestazione politica, mentre si strizza l’occhio a chi finanzia il malaffare e il benessere di pochi”.

La mobilitazione continua

“Questo atteggiamento è vergognoso e dimostra quanto sia necessario un cambio radicale nella mentalità delle forze dell’ordine e della classe politica che le controlla. Abbiamo scelto il nostro slogan annuale, “Polpo di stato”, proprio perché da un termine siciliano usato per discriminare la comunità LGBTQIA+ (puppu, polpo) abbiamo voluto denunciare la violenza istituzionale e di Stato a cui siamo costantemente soggetti, e di cui ieri abbiamo avuto prova ancora una volta”. 

“Condanniamo fermamente questa reazione repressiva e discriminatoria e chiediamo che i responsabili siano tenuti a rispondere delle loro azioni. Inoltre, invitiamo i mezzi di comunicazione a denunciare apertamente questa ingiustizia e a far conoscere all’opinione pubblica la violenza e l’oppressione che hanno subito le persone partecipanti all’evento conclusivo, di pacifici festeggiamenti, del Catania Pride”.

“Noi ci mobiliteremo subito a riguardo: la nostra lotta per l’uguaglianza e la libertà continua riprendendoci diritti, spazi, strade e piazze, nonostante gli atti repressivi delle autorità. Il Pride continua!”.


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