Che bello, che soddisfazione. Ho aspettato buonina buonina fino ad oggi ma finalmente, e con tutto il cuore, te lo posso chiedere: Ma a che cosa pensavi quando hai deciso di candidarti al consiglio comunale? Tu che non c’entri niente, non te ne è mai importato niente e che non sai nemmeno come funziona, dimmelo.
Premesso che a noi tutti basta che tu dica che è stato un diversivo che hai creato per distrarti da un periodo di depressione, oppure che dovevi un favore a qualcuno, e ti giuro che sarai perdonato. Ma se non così non dovesse essere, vorrei invitarti a spiegare che ci appizzi tu con la politica, e come regola, chiariamolo immediatamente, sappi che non vale “no perché mio padre era”.
Hai deciso di metterti in gioco con quella faccia da ioccicredo e poi nel trafiletto della rivista ci sono scritti soltanto i tuoi gradi di parentela: figlio/a di, nipote del, prozia di. Voglio dire, è già grave che secondo il tuo cervello piccinopicciò sia una garanzia avere un parente che per mezz’ora fu qualcuno, ma pensare che a me questo basti per votarti, cioè, è sinistro. Lasciamo perdere chiaramente l’opinione dell’imbecille che invece ti ha votato solo per quello. Ma poi dai, sono sicura che anche tu avrai i tuoi pregi. Infatti se uno va a cercare la pagina web che si è presa la briga di dedicarti più di sette parole, si rende conto che indubbiamente hai un curriculum vitae invidiabile.
Quindi non capisco bene che motivo hai sempre di giocarti la carta del miopadreè quando leggo, tra le innumerevoli eroiche gesta che hai compiuto, che hai pure studiato “presso” (che vuol dire? Lì accanto o proprio dentro?) il londoncollegofsticazzi e poi che nel tempo libero tiri giù gattini dagli alberi e salvi l’umanità da attacchi alieni. C’è anche scritto che sei famoso perché una volta hai portato a termine con successo una complicatissima operazione di unghia incarnite e che come ti depili le sopracciglia tu non lo fa nessun altro. Sei veramente una divinità scesa sulla terra.
Leggendo il pieghevole che hai lasciato dal tabaccaio quasi quasi me lo scordo che negli ultimi trentacinque anni non hai fatto niente che c’entri con la politica. Sarà forse per l’espressione intelligente che hai nella foto. Sono riusciti a immortalarti mentre abbracci un cucciolo, che si sa, fa bontà, ed hai anche quello sguardo vivace, sicuro di sè e leggerissimamente pietrificato dal terrore, proprio come uno che non ha idea di cosa stia facendo. Già che ci sono, mi complimento per il nuovo stile di vita che avevi adottato.
Era un piacere vederti in chiesa, anche se smessaggiavi con il cellulare, per non parlare di quando facevi volontariato sotto la pioggia, ammirevole che tu ci sia riuscita con i sandali col tacco. Oltretutto, i tuoi discorsi pieni di sentimento mi ricordano tanto le letterine che scrivevo a Babbo Natale, solo che forse tra i buoni propositi hai scordato di mettere la pace nel mondo, ma forse tra tutte le cose fattibili che avevi deciso di fare questa era scontata, perché tu sei un’anima pura. Ancora non so se potrò mai dimenticare il tuo volto sorridente e pronto a dare amore, nelle sere pre-elettorali, quando con un per nulla falso “ehi ciao!” mi hai stretto la mano. E ti prego certo, lo capisco, anche se ci conosciamo dall’82 e mi hai salutato per la prima volta davanti il seggio non vuol dire niente, lo so benissimo che non è la tipica leccaculata da candidato, figurati, che vai a pensare?
Mi spiego meglio dai, che forse sono stata poco chiara, così riesci a darti finalmente una spiegazione se alla fine ahimè, non salisti. Se l’estate scorsa barcollavi ubriaco per i locali o non avevi problemi a tappiàre soldi, rubare mariti o litigare con chiunque, tutto questo così, perché ti annoiavi, e poi non fai alla gente una sana lobotomia è difficile che ti voti qualcuno oltre tua madre. Puoi riprovare tra qualche anno, quando inventeranno un photoshop in grado di far scomparire insieme ai punti neri pure tutto il resto. Così sul cartellone, sotto il tuo nome ed il tuo credibilissimo slogan c’è il vuoto e almeno ognuno può commentare, tipo feisbuc.