Confermato alla guida degli industriali palermitani per il prossimo biennio, Alessandro Albanese traccia un primo bilancio dell’attività svolta e dà i voti al governo regionale e comunale. Assieme a lui l’assemblea di Confindustria Palermo ha eletto anche la squadra dei sei vicepresidenti: Rino Alessi, Rosario Basile, Barbara Cittadini, Giovanni D’Arca, Giuseppe Prestigiacomo e Giuseppe Russello. Una riconferma che avviene in un’estate rovente per la Sicilia e non solo per il clima: le attese dimissioni del presidente della Regione Raffaele Lombardo, il rischio default ventilato per l’Isola, la polemica tra l’ex presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, e lo stesso Lombardo.
E una crisi nera che avvolge le imprese. “Gli ultimi due anni non sono stati di certo facili – commenta Albanese – e per questo ci saremmo aspettati una reattività maggiore dalla politica. Che non c’è stata. Quanto, poi alla polemica tra Lo Bello e Lombardo, ribadisco che Lo Bello ha, come è giusto che faccia, posto una attenzione particolare ai conti della Sicilia, che sicuramente non stanno bene. Ma ahimè la politica va fuori di testa e in questo caso, come è successo con Lombardo, ci siamo ritrovati a subire un attacco sopra le righe”. Albanese affronta anche il delicato tema del precariato “che la politica – dice – si ostina a difendere senza pensare che un’attenzione maggiore verso le imprese private potrebbe portare anche a un trasferimento dei precari dentro le stesse imprese, se messe nelle condizioni di realizzare servizi oggi ad esclusivo appannaggio del pubblico”.
E sulla recente nomina dell’ex direttore generale di Banca Nuova, Francesco Maiolini, uomo di Confindustria, alla presidenza dell’Irfis, afferma: “L’auspicio adesso è quello di avere una interlocuzione più diretta con un istituto che deve soprattutto badare alle finanze e all’economia delle imprese siciliane”. Un giudizio, infine, sui primi 60 giorni di Leoluca Orlando alla guida del Comune di Palermo? “Per le aspettative 10, per i fatti bisogna attendere”.