Sicilia, duello tra Cuffaro e Lombardo al vertice di maggioranza

Vertice di maggioranza, tra Cuffaro e Lombardo le immancabili scintille

Botta e risposta tra i due ex governatori su rimpasto e sanità
IL RETROSCENA
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PALERMO – La scenetta è un qualcosa ormai di consueto, per questo chi la racconta non appare per nulla sorpreso. L’ultimo battibecco tra Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo si condensa in pochi secondi al vertice di maggioranza del centrodestra siciliano. Quasi un appuntamento fisso tra i due, che amano punzecchiarsi a vicenda.

Il duello tra Cuffaro e Lombardo

Gli ex governatori, cresciuti politicamente all’ombra della Dc di Calogero Mannino, hanno dato vita ad uno dei loro proverbiali duelli dialettici nella riunione di Palazzo d’Orleans convocata dal presidente della Regione Renato Schifani per sanare le ferite nel centrodestra dopo le divisioni registrate all’Ars in occasione della manovra quater.

Il tavolo ha appena sfiorato il tema del rimpasto, rinviando ogni ipotesi al 2026, quando il leader Mpa lancia la frecciatina al Cuffaro “ormai leghista”. Il riferimento è al ‘Patto di Ribera’, città del capogruppo Dc Carmelo Pace dove la Festa dell’Amicizia ha sancito l’intesa politica dei democristiani con la Lega in chiave elezioni nazionali.

Lombardo, giunto a Palermo con il deputato agrigentino Roberto Di Mauro, ricorda che l’accoppiata Lega-Dc “vale circa il 13%” e può contare su quattro assessori, a differenza del tandem Forza Italia-Mpa “che va oltre il 20%” e che è proporzionalmente meno rappresentato. Da questa premessa nasce la richiesta di una revisione delle alchimie di Giunta. A Cuffaro non va giù la definizione di “leghista” e replica all’amico-nemico di sempre: “Io voto Dc e continuerò a farlo, sei tu che hai fatto per primo l’accordo con la Lega ma poi ti hanno buttato fuori e sei finito con Forza Italia”. Controreplica lombardiana: “Noi siamo con Forza Italia perché gli azzurri hanno deciso di siglare un patto federativo con noi e non con voi”.

Tajani Lombardo Romano CUffaro
Raffaele Lombardo e Totò Cuffaro

Un film già visto

Forza Italia, FdI, Noi Moderati e Lega, così come il padrone di casa, assistono alla scena senza particolare sorpresa. Le frecciatine tra i due ai vertici di maggioranza, come sui giornali, sono un copione già scritto e al quale si è in qualche modo abituati: scene, anzi, quasi attese, come quando ci si siede davanti ad un film visto decine di volte. Fu così anche un anno fa, quando Cuffaro ricordò a Lombardo le incursioni lombardiane partite da Catania e giunte fino alle sponde della sanità agrigentina.

Sanità nervo scoperto

E a distanza di un anno quella ferita non si è rimarginata. Il co-fondatore di Grande Sicilia lamenta il presunto iperattivismo del superdirigente della Pianificazione strategica Salvatore Iacolino (oggi in bilico) proprio in provincia di Agrigento, dove Di Mauro sgomita con Cuffaro. Il segretario nazionale della Dc risponde: “Parli così ma siete stati voi a monopolizzare l’Asp di Agrigento in ogni postazione”. Il duello tra Cuffaro e Lombardo si chiude lì e i presenti alla riunione voltano pagina: tutti meno che i due protagonisti, pronti a rintuzzarsi a vicenda alla prossima occasione.


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