PALERMO – Promossi l’ospedale di Modica e il Bonino Pulejo. Retrocesso il Villa Sofia-Cervello: ma paradossalmente non si tratterà di un ridimensionamento. Verranno chiuse 215 Unità operative complesse: e con esse, addio ad altrettanti posti di primario. La giunta di governo ha approvato ieri la versione definitiva della rete ospedaliera siciliana, frutto anche delle modifiche apportate nel corso dell’ultima riunione tecnica di venerdì scorso tra i dirigenti dei ministeri di Sanità ed Economia.
I rilievi del Ministero
Una riunione dalla quale sono venuti fuori alcuni rilievi. In particolare, sulla dotazione dei posti letto. Il Ministero infatti ha chiesto alla Regione di specificare dove andranno allocati 318 posti non ancora assegnati: strutture pubbliche o private? Il governo regionale ha risposto che quei posti sono stati “accantonati” in attesa di conoscere l’esito di alcuni contenziosi. Tra cui la nota vicenda della clinica Humanitas. Quei numeri, insomma, saranno destinati quasi interamente ai privati.
E ancora, Roma ha segnalato degli “scostamenti rispetto agli standard decreto ministeriale 70” ad esempio in Chirurgia Generale, Cardiologia, Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia. La Regione si è impegnata a monitorare questi aspetti. Il ministero parla infatti di “un’eccessiva parcellizzazione, anche in relazione ai punti di erogazione equivalenti presenti nel settore privato”. Inoltre, si chiede alla Regione di procedere con la massima tempestività alla rimozione della norma regionale che prevede l’obbligatorietà della disciplina di Chirurgia Generale presso tutti i punti di erogazione privati. Corretta, invece, secondo il ministero “l’ articolazione dei nodi della rete Hub, Spoke e Presidi di base”.
Lo schema in “hub” e “spoke”
La nuova rete, infatti, segue il modello che suddivide gli ospedali gerarchicamente in “hub” (strutture di secondo livello altamente specializzate e integrate o Dea di secondo livello), “spoke” (grossi ospedali che dispongono di aree di pronto soccorso di primo livello con funzioni di rianimazione e degenza), presidi di base (sono quelli che mantengono almeno quattro unità operative come i pronto soccorso, la chirurgia generale, la medicina generale e l’ortopedia), ospedali in zone disagiate (dispongono delle strutture di base per affrontare le emergenze).
“Scende” Villa Sofia-Cervello
Cosa cambia con la rete frutto del dialogo col governo centrale? Intanto gli hub da otto diventano sette. Mentre gli spoke crescono da 18 a 22. La modifica nella categoria degli ospedali di massime dimensioni riguarda Palermo: Villa Sofia-Cervello, inizialmente indicato come Dea di secondo livello, scende al primo livello. Al momento, infatti, le due strutture, troppo lontane per entrare nella categoria degli ospedali riuniti, mantengono la forma attuale. Comprese circa 15 Unità operative complesse che sarebbero state chiuse in caso di “fusione”.
Palermo e Trapani
Per il resto, a Palermo rimangono come macro-strutture quelle dell’Arnas Civico e del Policlinico. Salvo il “Giglio” di Cefalù confermato Dea di primo di livello, così come l’Ingrassia. Restano quindi, come “presidi di base” solo gli ospedali di Partinico e Termini Imerese, mentre vengono confermati come presidi in zone disagiate quelli di Corleone e Petralia Sottana.
Tutto confermato a Trapani, dove diventa “Dea di primo livello” l’ospedale di Marsala che farà quindi compagnia a quello indicato già a luglio e composto dagli “Ospedali riuniti” di Trapani e Salemi. Confermati come ospedali di base quelli di Mazara del Vallo, Castelvetrano e Alcamo. Presidio in zona disagiata resta quello di Pantelleria.
Catania, Ragusa e Siracusa
A Catania i tre Dea di secondo livello saranno il “Cannizzaro”, il “Garibaldi” e il Policlinico. I Dea di primo livello saranno il “Gravina” di Caltagirone e l’ospedale riunito Acireale-Giarre. I presidi di base saranno quelli di Biancavilla e Paternò che quindi scongiureranno la chiusura, mentre la struttura di Militello Val di Catania viene “promossa” a ospedale in zona disagiata insieme a quello di Bronte che mantiene attualmente il punto nascita, seppur “in deroga”.
In provincia di Ragusa “promosso” in Dea di primo livello l’ospedale di Modica-Scicli. Si aggiunge a quelli di Ragusa e di Vittoria-Comiso. A Siracusa gli ospedali di maggiori dimensioni (Dea di primo livello) saranno l’Umberto I del capoluogo e l’ospedale di Avola-Noto. Quello di Lentini viene indicato come ospedale di base, mentre il “Muscatello” di Augusta resiste come presidio in zona disagiata.
Promosso anche il Bonino Pulejo-Piemonte
Una “promozione” anche a Messina: il Bonino Pulejo-Piemonte da presidio di base diventa Dea di primo livello e si aggiunge al San Vincenzo di Taormina, al Papardo di Messina e all’ospedale di Barcellona-Milazzo. La struttura di massime dimensioni, però, “hub” per tutte queste, sarà il Policlinico del capoluogo. Confermati come “presidio di base” invece gli ospedali di Sant’Agata di Militello e Patti. Tra gli ospedali “in zona disagiata” quello di Lipari e l’ospedale di Mistretta.
Agrigento, Caltanissetta ed Enna
A Caltanissetta confermato un “hub”: è la struttura che unisce l’ospedale del capoluogo nisseno con quello di San Cataldo. Confermato l’ospedale di Gela come “spoke”. Da questo erano già stati separati l’ospedale di Mazzarino confermato struttura in zona disagiata (insieme a quella di Mussomeli), mentre l’ospedale di Niscemi, inizialmente indicato come struttura in “zona a rischio ambientale”, viene ‘riconvertito’ in ospedale in zona disagiata*.
Ad Agrigento, insieme allo spoke del “San Giovanni di Dio”, confermato l’ospedale riunito di Sciacca e Ribera. Conferme anche per i presidi ospedalieri di base di Canicattì e Licata. A Enna, l’Umberto I si era già “staccato” dagli ospedali di Piazza Armerina e Leonforte e sarà l’unico spoke. Le altre due strutture diventeranno rispettivamente ospedale di base (insieme a quello di Nicosia) e ospedale “in zona disagiata”.
L’iter della rete
Adesso la rete passerà sul tavolo della commissione Salute all’Ars, già convocata per domani. Seguirà il decreto dell’assessore. Il giorno dopo, dovrebbe essere già inviata nuovamente ai Ministeri Salute ed Economia. Per il 4 aprile, come già annunciato, è invece già fissata l’ultima, decisiva riunione. “Sono gli ultimi passi – dichiara l’assessore alla Salute Baldo Gucciardi – e poi finalmente potremo dare la nuova rete alla Sicilia. Sono stato testardo, ma ero convinto che la Sicilia non potesse restare in quelle condizioni. Il lavoro compiuto ci permetterà di potenziare, tra le altre, la rete oncologica, quella della neuroriabilitazione grazie alle eccellenze del Bonino Pulejo la rete delle malattie infettive e quella dell’infarto. Adesso, non ci resta che attendere fiduciosi”. E poi, via all’iter per sbloccare, come ha spiegato il sottosegretario alla Salute Davide Faraone, dapprima le stabilizzazioni e le mobilità. Quindi sarà l’ora dei concorsi. Ma si dovrà attendere almeno l’estate, se non il primissimo autunno. Quando la Sicilia sarà già sotto elezioni.
* avevamo erroneamente dato notizia della chiusura della struttura di Niscemi. Ci scusiamo con i lettori e i diretti interessati.