Prostituzione al Divina Club: l’associazione a delinquere è prescritta

Prostituzione al Divina Club: l’associazione a delinquere è prescritta

Il processo riprenderà l’11 gennaio

MASCALUCIA (CATANIA) – Nei divanetti del Divina Club di Mascalucia, secondo i carabinieri, nel 2013 stazionavano le prostitute con i loro clienti. Ora il processo per lo scandalo di questa struttura, il cui scopo teorico sarebbe stato favorire “la trasgressione, la libertà sessuale e gli scambi di coppia”, perde un pezzo importante. Si è prescritto il reato di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione, che era contestata a 11 imputati.

Il processo

Il processo ad ogni modo va avanti, perché permangono, non ancora prescritti, i reati specifici di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. L’associazione a delinquere, come detto, era contestata a undici persone, fra cui tre catanesi ritenuti “ideatori e organizzatori” dell’attività di prostituzione. Sono il quarantacinque L.F. e due donne, N.A. di 43 anni e C.A. di 52, difesi dall’avvocato Francesco Antille.

L’inchiesta

Si tornerà in aula il prossimo 11 gennaio. E si procede dunque solo per queste ultime accuse, dopo che gli imputati, che si sono sempre professati innocenti, hanno accettato la prescrizione. L’inchiesta fu condotta dai carabinieri della Compagnia di Gravina, coordinata dai pubblici ministeri Rocco Liguori e Rosaria Molè.

Secondo gli inquirenti, i tre sarebbero stati gli organizzatori. In cinque si sarebbero occupati dell’adescamento di single in chat, dell’accompagnamento dei nuovi clienti al locale. Avrebbero gestito la manutenzione del sito internet, la gestione della “reception” e le telefonate.

I mariti

E si sarebbero occupati anche dell’approvvigionamento dei beni strumentali al funzionamento del club. Altri quattro infine si sarebbero limitati ad assicurare la propria presenza e quella delle mogli per garantire “il buon funzionamento della serata” e “l’esercizio del meretricio”. Agli altri, tutti tranne una presunta prostituta romena, è contestata la violazione della legge Merlin.

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