PALERMO – Un grido d’allarme sul futuro di una struttura che da 50 anni si prende cura dei ragazzi disabili, dei suoi 33 dipendenti ma più in generale di 1.200 sordi che a Palermo rischiano di restare senza assistenza a causa dell’ennesima beffa della burocrazia siciliana. Le Province, abolite ma in realtà ancora in piedi, non possono infatti usare gli avanzi di amministrazione: decine di milioni di euro che servirebbero a garantire servizi essenziali, dipendenti, manutenzioni ma che sono incredibilmente bloccati per via del Patto di stabilità. Il governo ha presentato un ddl per sbloccarli, che però è ancora all’esame dell’Ars.
Il risultato è che a farne le spese sono, per esempio, le ragazze e i ragazzi dell’istituto Padre Annibale Maria di Francia di via Castellana, a Palermo: un punto di riferimento per decine di ragazzi e soprattutto per le loro famiglie, spesso poco abbienti e che quindi non hanno alternative. Una struttura su tre piani, in un terreno di 10mila metri quadrati, gestita dai Padri Rogazionisti, che comprende mense, aule, campi sportivi e che assiste 125 neurosensoriali organizzando colonie estive, corsi di formazione professionale, laboratori ma che garantisce anche le terapie. Le giornate finanziate dalla Provincia sono calate da 264 a 180 l’anno, ma il rischio è che la struttura debba chiudere i battenti e a farne le spese saranno anche i dipendenti.
“Il punto è che la disabilità dura 12 mesi l’anno, 24 ore al giorno”, dice il segretario provinciale Attività sociali della Cisal Angelo Barranca, che oggi ha tenuto un’assemblea presso l’istituto insieme al segretario regionale Raffaele Loddo. “Abbiamo fatto pressione nei confronti della Regione per consentire alle province di usare l’avanzo di bilancio – dice Loddo – solo a Palermo parliamo di decine di milioni di euro di residui non utilizzabili, ma l’assistenza ai disabili non può essere sospesa per l’incapacità amministrativa che non consente l’uso di somme disponibili. Non è accettabile”.
“Viviamo un momento di grande allarme – ha aggiunto Barranca – se non passerà la norma avremo problemi già dal mese prossimo a proseguire le attività. Andrebbe in default la Provincia. Le fasce più deboli vengono ancora una volta messa da parte”.
A illustrare tutte le difficoltà del caso anche Davy Mariotti, consigliere provinciale dell’ente nazionale sordi, che è cresciuto proprio nell’istituto. “Sono figlio di sordi e papà di un bimbo sordo – ha spiegato – la situazione peggiora sempre più. Il diritto allo studio va garantito, punto e basta. Mi auguro che i genitori dei sordi e dei disabili, insieme, denuncino quanto accade. Mio figlio è sordo, in classe sono in tre, è mancato l’assistente alla comunicazione per gli esami. Ci siamo rivolti alle istituzioni, ma finora senza risultati”.