Sicilia, Sbardella e le Provinciali: "Troppi egoismi nel centrodestra"

Province, Sbardella: “Nel centrodestra troppi egoismi, da FI piglio sbagliato”

Colloquio con il commissario di Fratelli d'Italia in Sicilia
L'INTERVISTA
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4 min di lettura

PALERMO – “Troppi personalismi” e “troppi egoismi” nel centrodestra siciliano per le elezioni provinciali. Un voto “complessivamente positivo per i partiti” ma che ha fatto registrare “gelosie e veti” nella coalizione. Luca Sbardella, da due mesi commissario regionale di Fratelli d’Italia, analizza il voto di domenica 27 aprile per i Liberi consorzi e lancia una critica precisa a Forza Italia: “Dal partito del presidente ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso”.

Lei è arrivato nei primi giorni di marzo ed è stato subito catapultato sul tavolo regionale per le Province.
“Un tavolo che era partito bene, almeno apparentemente. Con una regola ben precisa che era anche un atto di generosità da parte dei partiti più grandi: una candidatura per ogni forza che compone la coalizione. Poi…”.

Poi cosa è accaduto?
“Troppo spesso i personalismi, gli egoismi e i veti incrociati hanno prevalso sullo spirito di coalizione. Con alleanze estese e coese si riesce a vincere ma se si lasciano pezzi per strada e si cede alle gelosie, con partiti che si frammentano in due o tre pezzi che vanno ciascuno per conto loro si finisce per compromettere il risultato”.

I partiti del centrodestra, presi singolarmente, hanno avuto un buon risultato.
“Assolutamente, abbiamo preso il 75% dei voti e come FdI siamo contenti della vittoria a Ragusa. Le elezioni sono andate bene, a prescindere dalla coalizione”.

E si ritorna a quel tavolo di coalizione…
“Sono arrivato in Sicilia quando era già stato avviato. Abbiamo accettato la regola di un candidato per ogni partito ma avremmo potuto rivendicare maggiore spazio in quanto FdI è il partito più forte della coalizione. Abbiamo chiesto una tra le province di Agrigento, Ragusa ed Enna. Ma a quel punto c’è stato un atteggiamento ‘poco educato’ di Forza Italia”.

In che senso?
“Hanno chiesto perentoriamente la candidatura a Caltanissetta, provincia che era nei piani anche della Lega. Alla fine sappiamo com’è andata nel Nisseno, con coalizione e partiti spaccati”.

Sembra che parlando di FI lei abbia un po’ il dente avvelenato.
“Ha al suo interno una serie di anime in competizione tra loro ma non esiste uno spirito unitario di partito. Nessuno in Forza Italia è disposto a fare un passo indietro per il compagno di partito di un’altra provincia. Questo ha messo in fibrillazione un tavolo che già aveva altri problemi, come le tensioni tra Cuffaro e Lombardo. Con queste premesse era normale che gli accordi raggiunti fossero deboli e a geometrie variabili”.

Messa così sembra che più di qualcosa non abbia funzionato.
“La coalizione ha dimostrato poca amalgama. Personalmente mi sarei aspettato maggiore impegno da parte del presidente Schifani nel cercare una quadra, così anche da parte di Forza Italia”.

Lei ritorna a Forza Italia…
“Sì perché da parte loro mi sarei aspettato maggiore responsabilità e senso di coalizione, invece sono stati quelli che spesso hanno creato più problemi. A Enna e Trapani hanno litigato tra di loro e ad Agrigento direi che ha vinto il centrosinistra con l’appoggio di un pezzo del centrodestra”.

Effetti di una legge che probabilmente non aiuta sotto il profilo della tenuta delle coalizioni.
“La Delrio è stata soltanto un’operazione di propaganda. Non hanno soppresso le Province ma soltanto il voto dei cittadini”.

Si arriverà alla ‘controriforma’? In Sicilia il centrodestra ci ha provato ma con scarsi risultati.
“Si sta affrontando il problema a livello nazionale. Si sta cercando un accordo tra tutte le forze in Parlamento per riformare questa legge. In Sicilia ci hanno accusato di non volere il ritorno alle elezioni dirette ma FdI ha sempre sostenuto che non bisognava fare fughe in avanti era necessario proseguire il percorso insieme con il resto d’Italia”.

Queste Provinciali potrebbero avere ripercussioni a livello regionale?
“Al momento non ci sono fibrillazioni ma non siamo riusciti a trasmettere a livello provinciale ciò che invece esiste al livello superiore. Non so se tutto questo possa generare un preallarme sullo scenario regionale o se si può ridurre ad un fenomeno locale”.

Il coordinatore di Noi Moderati Massimo Dell’Utri chiede un incontro chiarificatore, FdI è dello stesso avviso?
“I sei partiti del centrodestra devono avere un senso di coalizione in contemporanea e non asimmetrico. Sedersi, chiarirsi e trovare un nuovo spirito di unità per affrotnare le prossime sfide è sempre positivo. Meglio una riunione e un confronto, anche aspro, in più, piuttosto che tenersi il broncio senza parlarsi”.


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