Quei giornalisti intercettati dalla procura di Trapani: monta la polemica - Live Sicilia

Quei giornalisti intercettati dalla procura di Trapani: monta la polemica

Il sindacato dei giornalisti chiede un'indagine. Parla il procuratore. Il ministro avvia gli accertamenti

Se l’inchiesta sui dati Covid ha offerto alla procura di Trapani visibilità nazionale (con tanto di interviste tv con inconsuete reprimende sulle legittime scelte difensive degli indagati), la storia dei giornalisti intercettati ha proiettato la suddetta procura verso una notorietà internazionale. Da 48 ore, infatti, anche la stampa estera si occupa del caso sollevato dal quotidiano “Domani”. Cioè quello dei giornalisti intercettati nell’indagine sulle ong della procura di Trapani anche durante colloqui con le loro fonti riservate, in un caso persino durante una conversazione tra una giornalista, Nancy Porsia, e la sua avvocata Alessandra Ballerini. Una bomba, oggi riportata in prima pagina da alcuni quotidiani nazionali, che ha scatenato la durissima reazione della Federazione nazionale della stampa italiana. «Non spetta a noi emettere sentenze, ma riteniamo opportuno che le autorità di garanzia chiedano chiarimenti e li rendano pubblici – spiegano il sindacato dei giornalisti e il suo presidente, Beppe Giulietti – forniremo alle colleghe e ai colleghi ogni supporto e sosterremo tutte le iniziative che intenderanno promuovere». Ma la procura oggi dice che di i intercettazioni ai giornalisti nell’informativa non ce ne sono. E che solo una venne “ascoltata”.

L’inchiesta della procura trapanese è quella sulle Ong che operano nel Mediterraneo. In particolare, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, si tratte di Jugend Rettet, Save The Children e Medici Senza Frontiere e degli sbarchi dal 2016. Ma gli inquirenti, secondo quanto riportato dal Domani, avrebbero ascoltato e riportato nelle carte anche le conversazioni dei giornalisti che parlavano con le loro fonti. Un’attività che rischierebbe di minare il diritto di cronaca e la libertà di informare e di esser informati. Nelle intercettazioni, ha riportato il giornale, sono finiti giornalisti che tutti i giorni si occupano di Libia e migrazioni, come Nello Scavo, Francesca Mannocchi, Antonio Massari, Sergio Scandura e Nancy Porsia. A quest’ultima, riporta la cronaca, sono dedicate molte pagine e ci sarebbe anche l’intercettazione di un suo dialogo con il proprio avvocato, che a naso dovrebbe rimanere fuori dall’attività di controllo. Tanto più che la giornalista, come gli altri colleghi, non risulterebbe indagata per alcunché. Ma dice oggi la procura, solo Porsia sarebbe stata oggetto di intercettrazioni.

«Chi e perché ha disposto tali misure? Si volevano scoprire le fonti, violando il segreto professionale? – si chiede la Fnsi – A che titolo sono state trascritte le intercettazioni relative ai colloqui tra la cronista Nancy Porsia e la sua legale Alessandra Ballerini? Perché, particolare ancora più inquietante, sono stati trascritti brani relativi alle indagini su Giulio Regeni?». Il sindacato dei giornalisti chiede un’indagine “sull’accaduto che è di una gravità assoluta” e si rivolge al ministro della Giustizia. Reclamando risposte sulla riservatezza violata di professionisti che stavano lavorando per informare l’opinione pubblica. In ballo c’è il principio del segreto professionale posto dalla legge come baluardo a garanzia non dei cronisti ma dei cittadini e del loro diritto a essere informati da una stampa libera. «Tutte le iniziative a tutela del segreto professionale saranno valutate nelle sedi competenti», ha detto il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna.

Una storia dai profili molto delicati quella dell’attività dei cronisti ascoltata da apparati di polizia, ripresa dal Guardian e da altre testate giornalistiche straniere, che sta suscitando reazioni anche nella politica. Peppe Provenzano, vicesegretario del Partito democratico, parla di «violazione gravissima della libertà di stampa». Nicola Fratoianni, deputato e segretario nazionale di Sinistra Italiana, si è detto pronto a presentare un’interrogazione parlamentare.

La procura di Trapani parla con l’agenzia Adnkronos per ridimensionare il caso: nell’informativa la trascrizione delle intercettazioni non c’è ma sarebbe solo nei brogliacci, dicono i pm. “Premetto subito che non intendo assolutamente disconoscere questa vicenda, ma voglio sottolineare soltanto che io ho preso servizio alla Procura di Trapani nel febbraio 2019, quando era già in corso l’incidente probatorio del procedimento, per cui io e le colleghe assegnatarie abbiamo ereditato questo fascicolo. Come mi ha riferito l’ex capo della Squadra Mobile di Trapani la giornalista Nancy Porsia è stata intercettata per alcuni mesi nella seconda metà del 2017, perché alcuni soggetti indagati facevano riferimento a lei che si trovava a bordo di una delle navi oggetto di investigazioni. Nessun altro giornalista è stato oggetto di intercettazioni. In ogni caso, voglio sottolineare subito che nella informativa riepilogativa dell’intera indagine depositata nello scorso mese di giugno non c’è alcuna traccia delle trascrizioni delle intercettazioni della giornalista Nancy Porsia e non c’è alcun riferimento ad altri giornalisti”. A parlare in una intervista esclusiva all’Adnkronos è il procuratore facente funzioni di Trapani Maurizio Agnello, dopo le polemiche sulle intercettazioni della giornalista d’inchiesta Nancy Porsia, che da anni si occupa della rotta dei migranti dalla Libia.

La polemica è solo all’inizio. Fonti di via Arenula fanno sapere che la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha disposto accertamenti sull’inchiesta di Trapani sulle Ong, nell’ambito della quale sarebbero stati intercettati – secondo notizie di stampa- anche diversi giornalisti.

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