BIANCAVILLA – E’ il paese fatto di amianto. Il comune etneo di Biancavilla, tristemente noto per la massiccia presenza della fibra killer fluoro-edenite (simile all’amianto) e con una fra le più alte incidenze di tumori maligni, ha ospitato, non a caso, questa sera un importante meeting, incentrato proprio sul drammatico tema. L’incontro, titolato “Questione amianto: salute, ambiente, lavoro”, a cui ha preso parte il sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, è stato organizzato dall’associazione medico-scientifica Equodem e dagli Ecodem Pd. L’evento oltre alla partecipazione del sottosegretario Velo, giunta quest’oggi a Catania per una visita di due giorni, ha visto anche diversi intervenuti, fra cui: il sindaco Giuseppe Glorioso; il parlamentare nazionale democratico, Giuseppe Berretta; il presidente di Equomed Gaetano Palumbo, il medico del lavoro Ernesto Ramistella; l’avvocato Filippo Paterniti; il segretario Snop Sicilia (Società nazionale operatori della prevenzione) Paolo Ravalli; il consigliere comunale del Pd e Commissario provinciale dell’Osservatorio Nazionale Amianto, Vincenzo Cantarella. “ Considero vicenda di Biancavilla come un’eccellenza, seppur nella sua drammaticità” è stato il primo commento del sottosegretario all’Ambiente, Velo.
Sono già 52 le morti accertate, le cui patologie erano interamente attribuibili alla presenza dell’amianto. Ma la colpa stavolta sarebbe naturale e non si parla, dunque, di eco-reato. Gran parte delle costruzioni (risalenti a circa quarant’anni fa) del territorio biancavillese, venivano realizzate mediante l’utilizzo di un materiale proveniente dalla cava di Monte Calvario, cui solo tempo dopo si scoprì essere altamente tossico: le polveri contenevano naturalmente la fibra velenosa del fluoro-edenite, la cui semplice inalazione – come accertato dai medici – , è tal punto pericolosa da provocare gravi patologie dell’apparato respiratorio. Biancavilla è da anni ormai inserito tra i siti di interesse nazionale per la bonifica dall’amianto. L’ultima legge finanziaria prevede lo stanziamento di dodici milioni di euro finalizzati all’attività di bonifica. E il progetto di bonifica potrebbe partite già nei prossimi mesi, come ha spiegato il sottosegretario Silvia Velo.
“Siamo nella fase – ha continuato – di realizzazione del progetto di bonifica. Attualmente c’è un tavolo tecnico permanente tra Ministero e Comune. Adesso speriamo che in tempi rapidi si definisca la risoluzione. La legge di stabilità del 2015 ha stanziato sessanta milioni per gli interventi di bonifica dei siti di amianto italiani: di questi soldi, dodici milioni sono interamente destinati alla cava di Biancavilla – ha precisato Velo –. Ho già visto i progetti che si stanno mettendo in campo per bonificare la cava di Monte Calvario (area da cui proviene il materiale tossico) e per il risanamento delle aree urbane. Biancavilla rappresenta un modello e un esempio di rilievo mondiale”.
Nel mondo sarebbero solo due gli altri casi simili a Biancavilla, ovvero i siti in Giappone e Turchia. “Oggi è stata una grande giornata – ha affermato ancora il sottosegretario – in cui ho avuto momenti di grande commozione, parlando con tante persone del territorio. Ma della sua sfortuna, Biancavilla ha fatto una realtà di eccellenza. Sfortuna, peraltro, non dovuta ad un inquinamento, ma a ragioni e coincidenze naturali. – precisa – .Vedere come un piccolo Comune e la sua amministrazione si siano attivati e messi a lavoro per far fronte ad un’emergenza così drammatica è un risultato straordinario e non scontato. E soprattutto dimostrazione di grande professionalità. Per il governo Renzi, il sito di Biancavilla, era sicuramente una priorità. Io sono stato amministratore locale – ha aggiunto Velo – e mi rendo conto quanto sia difficile individuare discariche in cui conferire i materiali pericolosi per l’ambiente e la salute. Ecco perché è necessario una programmazione sera e rigorosa per lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti tossici unitamente ad concertazione fra i più ministeri – ha infine detto Velo”.
Ma nell’ambito delle procedure di risanamento ambientale, ora è fondamentale capire quali misure, verranno adottate perché non si corra il rischio di esporre i cittadini ad ulteriori inalazioni. “ Nel 1996 – ha affermato il sindaco Glorioso – inizia la vicenda ed esplode il caso, ma oggi siamo speranzosi. Biancavilla è passato dall’essere da un caso drammatico e sfortunato per responsabilità naturali a quello di un modello virtuoso, in cui sicuramente c’è ancora molto da fare. Il nostro percorso ora deve completarsi con il completo rifacimento delle facciate di tutti gli edifici mantenendo lo stato di messa in sicurezza”.
“Abbiamo un’immagine della Sicilia sempre con certi problemi, ma al contrario non vengono mai messi in luce le cose positive che questa regione riesce comunque ad esprimere”. E’ stata l’analisi, invece dell’onorevole Giuseppe Berretta. “Il tema amianto – ha detto ancora – è estremamente complesso e ampio, ma grazie all’associazionismo, la pressione della cittadinanza, l’unione delle forze politiche ha visto una cooperazione proficua che ha, intanto, ottenuto la messa in sicurezza del Comune di Biancavilla e l’avvio prossimo delle attività di bonifica. Adesso è importante serrare le fila e avere un’interlocuzione costante con il Governo nazionale per uscire presto dalla situazione di crisi in cui oggettivamente ci troviamo – ha concluso Berretta”.
Fra i gli intervenuti al dibattitto il consigliere comunale del Pd e Commissario provinciale dell’Osservatorio Nazionale Amianto, Vincenzo Cantarella, il quale conosce a fondo il caso biancavillese. “Quando siamo riusciti – ha spiegato Cantarella – a capire come controllare la fibra killer, abbiamo fatto un salto di gioia. E’ stato come registrare finalmente un cambiamento di tendenza, senza mai però sottovalutare la gravità delle problematiche. E’ chiaro che occorre monitorare costantemente il territorio e tutte quelle aree in cui ancora si annida la fibra velenosa. Dobbiamo evitare che in questo paese si abbandonino nell’indifferenza, materiali pericolosi, come vasche, resti di tetti, eternit. Si tratta di rifiuti pericolosi che devono essere smaltiti e conferiti in discariche autorizzate, se vogliamo davvero agevolare il riscatto ambientale. Soprattutto occorre – precisa Cantarella – premiare chi si dimostra sensibile alla delicata tematica e perseguire al contrario chi compie atti lesivi dell’ambiente e della salute. Senza contare poi che sarebbe da prendere in considerazione l’idea – conclude Cantarella – di un indennizzo per chi si ammala a causa del fluoro edenite”.
La visita catanese del sottosegretario Velo è stata interamente dedicata all’ambiente. Dopo la visita di stamane nella sede dei Laboratori Nazionali del Sud (LNS) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Catania, domani , il sottosegretario all’Ambiente andrà Nicolosi nell’ex Monastero Benedettino di San Nicolò La Rena per partecipare alla cerimonia dell’apposizione della stele celebrativa dell’iscrizione del “Mount Etna” nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco ed incontrerà la Presidente dell’ente Parco, Marisa Mazzaglia.