CATANIA – L’Etna e la leggenda di Re Artù. Una storia che nasce dai racconti dei Normanni durante il loro dominio sull’isola nei primi anni del 1200. Una storia che oggi affascina molti appassionati.
L’idea
Chiara Gerevini è un ingegnere civile che insegna in una scuola etnea. “E’ stata la voglia di vivere, insieme a mia figlia Vittoria, un’avventura e un’esperienza lontana da tablet e telefonini – raccanta Chiara – immersi nella storia che ha come protagonista l’Etna, le tradizioni celtiche e il territorio. L’Etna, nel basso medioevo, durante il periodo di dominazione normanna viene raccontata come il Santo Graal”.
La leggenda
La leggenda racconta di un Re Artù stanco e ferito che viene condotto dalla fata Morgana su “A Muntagna” per rinvigorire il corpo e lo spirito e con il calore della lava saldare i pezzi della sua spada Excalibur spezzatasi in battaglia. “Per noi l’Etna è casa, è il fuoco di un focolare domestico, è il calora di una madre, è il capriccio di una fidanzata dispettosa – aggiunge Gerevini – il tutto legato alla dominazione normanna che si miscela con le tradizioni locali e quelle arabe”.
La ricerca
I costumi di Chiara Gerevini sono una ricerca continua. Dalle cuciture agli ornamenti e non può mancare il mito di Morgana. E’ lei, secondo la leggenda che accompagna Re Artù sul territorio Etna. E, lui, il Re restò talmente ammaliato dalla bellezza di ciò che lo circondava che pregò affinchè potesse restare sul vulcano per sempre.
Il libro
Chiara Gerevini sta scrivendo un libro, in versi, dedicato alle storie e alle leggende che hanno avvolto la nostra montagna e al suo Re Artù che in groppa a un destriero bianco corre nei boschi e nelle distese laviche che circondano il vulcano più alto d’Europa. “Con la mia corte l’Etna prospererà la Sua bellezza mai cesserà. Come un calice caldo e accogliente. Che sia essa il Santo Graal?”
Re Artù
Re Artù rivive nei costumi e nelle rappresentazioni medioevali. vive nei racconti dei paesi che cinturano l’Etna. “Bisogna avvicinare i bimbi e i ragazzi alle storie e ai miti medioevali che riguardano la nostra terra – continua Gerevini – facendo conoscere un periodo storico troppo spesso banalizzato, ghettizzato e ignorato”. Re Artù e Morgana rivivono, così, nei costumi delle dame medioevali in giro su per “A Muntagna”.