PALERMO – Le falle del sistema emergono ancora una volta con chiarezza. Alla fine solo l’intervento dei finanzieri ha posto fine a duna vicenda caratterizzata da un triplice errore.
I finanzieri di Corleone hanno scovato una persona, denunciata per truffa aggravata, che percepiva il reddito di cittadinanza di una persona deceduta nel 2020. Ma è a monte della storia che bisogna andare.
L’iniziale beneficiario della misura di sostegno economico era sottoposto a una misura cautelare. Dunque in base ai paletti previsti dalla norma non poteva ottenere il reddito di cittadinanza. Solo che quei paletti li aveva facilmente aggirati non dichiarando i suoi precedenti penali nell’autocertificazione con si dichiara di avere i requisiti necessari.
Dopo il primo errore, ecco il secondo: l’uomo negli ultimi mesi del 2020 è deceduto. Nemmeno la morte però ha stoppato l’erogazione. I soldi sono stati accreditati regolarmente.
E siamo al terzo errore: la compagna dell’uomo, lo scorso gennaio, ha usato la delega che l’uomo, in quanto defunto, non poteva certo avere firmato, per presentare la Dsu, la Dichiarazione Sostitutiva Unica il documento che contiene le informazioni di carattere anagrafico, reddituale e patrimoniale del beneficiario.
In questa maniera da gennaio ad oggi ha percepito circa quattromila euro dallo Stato. Senza l’intervento dei finanzieri, in sinergia con l’Inps, l’erogazione sarebbe andata avanti, con una probabilità alta, fino alla scadenza prevista per giugno prossimo.
Quello di oggi è l’ennesimo caso scoperto da quando è entrata in vigore la legge che ha istituito il reddito di cittadinanza. Solo una volta avviata l’erogazione scattano i controlli e vengono fuori situazioni che, come dicono i finanzieri, “sottraggono importanti risorse economiche destinate a persone e famiglie che si trovano in effettive condizioni di disagio”.