Regionali, sindacati sul piede di guerra: il concorsone va bloccato - Live Sicilia

Regionali, sindacati sul piede di guerra: il concorsone va bloccato

In un incontro con l'assessore Zambuto si è discusso di rinnovo del contratto
LA VERTENZA
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PALERMO – Oggi, in un incontro incontro con i sindacati, convocati dall’assessore regionale alla Funzione pubblica, Marco Zambuto si è discusso di rinnovo giuridico ed economico del contratto di lavoro per il triennio 2019/21 e procedure di riclassificazione e riqualificazione del personale regionale. Ma a tenere banco è il tema del concorsone alla Regione.

Il Cobas/Codir fa sapere che durante la riunione informerà il governo sulle impugnative che sta presentando in tutte le sedi giurisdizionali per bloccare tutti i concorsi banditi dalla Regione siciliana “per i vizi di legittimità fondati sulla mancata riserva dei posti al personale interno”. “Tali riserve esclusive, con procedure specifiche, si sarebbero dovute attivare per consentire ai dipendenti di progredire in carriera – sostiene il sindacato – Il governo regionale anziché inserire le riserve regolari così come previste dalla vigente normativa, ha ripubblicato i bandi di concorso cassando le ‘riserve-burla’”.

Il Cobas/Codir chiederà al governo di inviare una direttiva all’Aran Sicilia per l’immediato avvio delle trattative e in particolare: tempistica certa sui lavori che consenta la definizione e sottoscrizione del contratto di lavoro e dell’accordo sulla riclassificazione di tutto il personale, sulla base del sistema già deliberato dalla giunta; avvio di trattative in base ai princìpi e ai contenuti del contratto nazionale delle funzioni centrali, firmato a Roma il 22 dicembre scorso e che ha previsto per i dipendenti ministeriali meccanismi di riclassificazione e norme di prima applicazione (articolo 18); trasparenza sulle risorse disponibili al fine di potere procedere al rinnovo dei contratti e alla riclassificazione con lo stanziamento delle somme necessarie più volte promesse dal governo regionale; concorsi riservati ex lege esclusivamente al personale interno avente titolo da prevedere anche ai funzionari direttivi per il passaggio alla dirigenza, passata negli ultimi 20 anni da 2.400 unità a 800 unità circa, con le riserve espressamente previste dalla Legge 10/2000; rivisitazione e aggiornamento economico di tutte le indennità ferme da oltre 30 anni.

“Senza volere assolutamente mettere in discussione il diritto dei disoccupati e cittadini siciliani a partecipare a nuove selezioni concorsuali” il Cobas/Codir “non può consentire che di ciò si faccia una mera operazione pre elettorale a discapito dei diritti dei dipendenti in servizio”.

“Sul concorso dei Centri per l’Impiego si sta consumando l’ennesimo pasticcio burocratico e a pagarne le conseguenze saranno non solo i lavoratori regionali, esclusi illegittimamente, ma anche i tanti giovani che sperano in un posto pubblico. L’unico modo per salvare il concorso è finanziare la riqualificazione dei dipendenti, così come abbiamo spiegato all’assessore regionale alle Autonomie locali Marco Zambuto; ci auguriamo che il Governo intervenga subito stornando 44 milioni dai finanziamenti statali”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Csa-Cisal, a margine dell’incontro tenutosi questa mattina fra l’assessore Zambuto e i sindacati sul rinnovo del contratto dei regionali. “I 4 milioni promessi dal Governo non basteranno per il rinnovo del contratto dei regionali e per la loro riqualificazione – spiegano Badagliacca e Lo Curto – Peraltro la scelta di escludere i regionali dal concorso per i Centri per l’Impiego, incomprensibile alla luce dell’autonomia statutaria siciliana, penalizzerà due volte i lavoratori: non potranno partecipare e vedranno occupare tutti i posti liberi, rendendo vane le progressioni. In tanti sono pronti a fare ricorso e l’unico modo per evitare la paralisi e la perdita dei finanziamenti statali è garantire le progressioni agli interni: la legge infatti elimina la riserva del 30% nei concorsi solo perché indica come unico mezzo possibile le promozioni. Da qui la nostra proposta: si storni il 30% dei 146 milioni stanziati da Roma, pari a 43,9 milioni, e si usino per le progressioni, cioè sempre per gli interni, premiando chi da anni garantisce i servizi ai cittadini fra mille difficoltà e senza i dovuti riconoscimenti. In caso contrario, la pioggia di ricorsi sarà inevitabile e catastrofica”.

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